Un romanzo popolare col finale tutto da scrivere

totti

Il Tempo (T.Carmellini) – Il Calcio è una strana roba. Una serata come quella di ieri è di quelle che fanno capire ai neofiti perché sia lo sport più amato al mondo. Un pazzesco finale a sorpresa per un romanzo popolare senza fine. Non c’è nulla in grado di ribaltare situazioni, sportive, sociali e politiche come questa palla che rotola. Lo hanno definito l’oppio dei popoli e stasera in molti hanno capito perché. Al culmine della settimana che ha visto conclamarsi la spaccatura insanabile tra Totti e Spalletti, succede una roba così. Roma sotto di un gol, il Capitano entra a cinque minuti dalla fine per sollevamento popolare e fa due gol (il primo dopo 18 secondi) che valgono tre punti pesantissimi e mettono in cassaforte la Champions: complice anche il ko dell’Inter.

Adesso tutti i fiumi di inchiostro versati nei giorni scorsi, i rivoli di livore che avevano dato il ben servito a un campione che ha fatto la storia della Roma, rimbalzano modello boomerang su estensori più o meno onesti. Non ci eravamo schierati ne con Totti, ne con il tecnico ma avevamo provato a segnalare le colpe rispettive di una situazione a dir poco paradossale. La serata di ieri cambia tutto: inevitabilmente, anche se poi sulla carta rischia di non cambiare granché sul futuro di Totti e quello di Spalletti: entrambi molto probabilmente già decisi. Ma il successo contro il Torino cambia soprattutto la prospettiva con la quale il popolo romanista ha guardato fin qui Spalletti. Ora una cosa è certa, suo malgrado: Totti è ancora in grado di fare la differenza. Forse ancora più di quanto lui stesso potesse pensare, sicuramente più di quanto l’allenatore immaginava anche lontanamente. Lo ha detto il campo, quello che proprio Spalletti aveva messo sul piatto come unico giudice della diatriba: lo stesso che fin qui gli aveva dato ragione e che ieri sera ha ribaltato ogni pronostico facendo capire (forse anche allo stesso Spalletti) che con Totti si era andati un po’ troppo veloci. E se questa differenza Totti la può fare solo per venti minuti a partita, beh allora starà al tecnico riuscire a farli rendere al meglio quei pochi minuti. I suoi, come quelli di tutti gli altri giocatori giallorossi: alla fine è pagato per questo… o no!?

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