Traverse ed errori: la Roma non batte il Venezia retrocesso

Corriere della Sera (L. Valdiserri) – La buona notizia per il calcio italiano è che anche chi non ha più niente da chiedere (Empoli) o è già retrocesso (Venezia) onora il campionato. La cattiva notizia per Mourinho è che, a furia di pensare alla Conference, la Roma sta perdendo l’Europa.

Ci sono anche sfortuna e casualità nel pareggio contro il Venezia che nel pomeriggio – dopo l’1-1 della Salernitana – aveva perso ogni speranza di salvezza. I numeri: 46 tiri della Roma contro 4, 16 in porta contro 2, 20 calci d’angolo a 2, quattro traverse colpite. Così si vince il 99% delle partite ma il calcio è diverso da tutti gli altri sport perché sa andare contro la logica.

C’è un particolare, però, che non deve sfuggire in vista della finale del 25 maggio con il Feyenoord: la Roma si sta abituando a partire ad handicap. A Firenze c’era stato il contestabile rigore per fallo di Karsdorp dopo 2 minuti. Contro il Venezia il gol di Okereke dopo 49 secondi, con la difesa schierata a presepe (Ibanez il più colpevole).

Così, maledetta la cattiva sorte e festeggiato il ritorno di Spinazzola dal primo minuto in giallorosso dopo 380 giorni, la Roma non è più padrona del suo destino ma deve aspettare i risultati delle altre contendenti per i posti in Europa. Il rischio è finire ottava in campionato e doversi giocare tutto nella finale di Tirana. Il Venezia ha giocato con enorme agonismo, rincuorato dal gol immediato.

È rimasto in dieci al 32’ per un raptus di Kiyine, che ha colpito Pellegrini con un calcione dove fa più male, e poi si è difeso come se un punto potesse salvarla dalla Serie B. Il portiere finlandese Maenpaa, con uno stile tutto suo, ha fatto miracoli. Abraham e El Shaarawy hanno sbagliato gol che sembravano già fatti. Dopo il 4-0 al Bodo Glimt, la Roma ha fatto 3 punti in 5 partite. Troppo poco per non soffrire fino all’ultimo minuto del campionato e anche oltre.

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