Totti: “Se i Friedkin mi dessero un ruolo decisionale mi metterei seduto. Pur di non andare via dalla Roma mi sarei ammazzato”

Francesco Totti è intervenuto in diretta su Twitch insieme a Vieri, Cassano, Adani e Ventola e non è potuta ovviamente mancare una parentesi sulla Roma. Queste le parole dell’ex capitano giallorosso:

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Chi è il più forte a padel a Roma?

Io, Candela e Fiore. Di Canio? Non lo so e neanche mi interessa. Di Biagio pulisce il campo (ride, ndc).

Su Cassano alla Roma…

Se mi avesse ascoltato un minimo sarebbe rimasto a Roma altri venti anni. Era giovane e si è fatto abbindolare. Con Cassano ho vissuto i momenti più belli della mia carriera, questo lo ripeterò sempre. Non ne ho visti passare tanti come lui. Dormiva a casa mia, eravamo due fratelli. Quando litigavamo, lui non mi parlava più. Dopo aver litigato per il rinnovo è andato via e non abbiamo più parlato. Era una bomba a mano Antonio. Appena apriva bocca poteva succedere qualsiasi cosa. Mi svegliavo con l’ansia, ma ti faceva respirare positività.

La Roma di Totti e Cassano…

Non so se fossimo più forti l’anno dello scudetto o quello dopo, quando è arrivato Cassano. Eravamo completi in tutto, era impossibile non vincere. Una volta però era tutto un altro campionato. Dovunque andavi, trovavi almeno tre o quattro giocatori di livello. Ormai ci si basa solo sulla forza fisica.

Sulla serie tv…

È carina. Mi emoziona rivivere quello che ho passato. Gli attori che fanno Cassano e Spalletti sono identici. Sono grandi attori, è venuta bene. Saranno sei puntate da 50 minuti ciascuno. De Rossi? Mi sembra Fazio.

Sul lavoro da procuratore…

Ne ho trovati quattro o cinque davvero forti. Quando sono occupati giro al largo. Coccolo è davvero bravo. Le accuse? Faccio tutto nella norma. Ho fatto questa scelta e la porterò fino in fondo. Io ho vissuto sempre in questo mondo, so quello che posso dare. Poi posso anche sbagliare. Io sarei rimasto per sempre alla Roma, poi sono successe cose inaspettate. Mi hanno praticamente messo al muro e costretto a cambiare.

Se i Friedkin ti dessero un ruolo decisionale lo accetteresti?

Non è ancora successo. Se dovesse succedere, mi metterei seduto e ne parlerei. Ora però voglio portare avanti questo lavoro, ho messo su una grande squadra e non posso lasciarli in mezzo a una strada. Se continueranno a mettermi i bastoni tra le ruote poi magari penserò ad altro. Certo, pur di non andare via dalla Roma mi sarei ammazzato. Mi sarebbe piaciuto fare il direttore tecnico. Non avere potere su tutto, ma un potere decisionale sui giocatori sì. Avrei potuto dare di più rispetto ad altri dirigenti, ma non ero mai coinvolto nelle scelte.

Sull’essere tifoso…

Tifo sempre per la Roma. Ora facendo questo lavoro, spero di aiutare la Roma portando giocatori forti. Provo ad aiutare da fuori. A Trigoria non entro, resto sul piazzale. Quando vado a portare Cristian per gli allenamenti escono tutti a salutarmi.

Sulla Roma attuale…

Sono tutti stranieri, la proprietà, il gm e l’allenatore. Serve uno che conosca l’ambiente, questo è quello che manca alla Roma. Se io avessi una squadra vorrei gente di campo.

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