Totti: “Ho sognato fin da bambino di indossare una sola maglia e ci sono riuscito. Guardando indietro vedo tante cose belle, sia per me che per la squadra. La Juve è più forte di noi, ma bisogna ambire allo scudetto. Spero che i tifosi tornino allo stadio, bisogna stare uniti per un unico obiettivo”

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Francesco Totti, attaccante e capitano della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di RomaTV. Il numero 10 si appresta ad iniziare la sua ultima stagione con la maglia giallorossa. Queste le sue parole:

Che effetto ti fa, c’è qualcosa di particolare in questo ritiro?
“Dovrebbe essere speciale perché è il 25esimo consecutivo con la stessa maglia. Non so quanti giocatori l’abbiano fatto. Per me è un orgoglio, è una cosa che ho sempre voluto. Fin da bambino ho sognato di indossare una sola maglia e per fortuna ci sono riuscito”.

Quest’anno festeggi 40 anni, 25 con la Roma, oltre 300 gol. Questi sono numeri straordinari, ma quando guardi indietro cosa vedi?
“Vedo tante cose belle sia mie che della squadra. Tanti trofei vinti, anche se alcuni dicono che sono pochi, ma non lo sono. Spero di poter aggiungerli altri anche se so che non è facile. Io cerco di dare il massimo e di mettermi a disposizione del mister. Quando gli servirà il mio aiuto io sarò a disposizione come ho sempre fatto”.

Tu e De Rossi siete gli unici che potete sapere cosa vuol dire fare una ritiro con Luciano Spalletti, ma Daniele non c’è. Quindi te sai già cosa vi aspetta.
“Io lo conosco meglio di chiunque altro, so a cosa andremo incontro. E’ una preparazione differente dalle altre, si lavora duro. Però si lavora bene facendoti faticare il giusto. Poi quando c’è il sorriso e il rispetto reciproco si lavora sempre meglio”.

C’è un aneddoto particolare di uno dei tanti ritiri della Roma che ti viene in mente, magari uno scherzo?
“Una cosa che ricordo è legata a Spalletti ed a Brunico. Una sera dopo gli allenamenti stavamo al bar ed eravamo Mexes, Menez, Cassetti, Vucinic ed alcuni fisioterapisti, in particolare Muzzi. Allora facemmo delle scommesse con Mexes per chi mangiava più lucciole, uno schifo. Vinse Mexes che ne mangiò 7-8. Aveva tutta la bocca fosforescente”. (ride, ndr)

Quest’anno ci sarà anche Strootman, quanto potrà essere importante per la Roma?
“Kevin è un rinforzo, perché non è stato con noi per un paio d’anni a causa di questi due infortuni al ginocchio. Lui è fondamentale, è un leader sia in campo che fuori. E’ un trascinatore, anche in amichevole e in allenamento gioca al massimo. Non vuole mai perdere e da sempre il massimo. Perciò è un giocatore che ci può dare tanto”.

Vedendo il finale in crescendo della scorsa stagione, la Roma già dalla prima partita cosa potrà fare?
“Ma adesso è normale parlare di obiettivi e quando parli cerchi sempre di ottenere il massimo. Però sappiamo che è dura, perché di fronte a noi c’è la Juve che è più forte di noi. L’ha dimostrato in questi 5 anni, però spero che la società riesca a diminuire il gap per poter ambire allo scudetto”.

Che consiglio daresti ai ragazzi della Primavera?
“Il consiglio che posso dare, visto che ormai sono grandi e vaccinati, è portare rispetto ai giocatori più grandi. Perché ormai si è cambiato troppo, prima quando avevi 16 anni chiedevi il permesso per entrare nello spogliatoio. Ora sono cambiati i modi e i tempi, però loro non hanno bisogno di questo. Sono tutti educati e quando c’è il rispetto nei confronti degli altri riesci a fare grandi cose”.

Una maglia nuova, che effetto ti fa scoprire ogni anno una divisa diversa?
“Ogni anno scoprire la maglia nuova è bellissimo. Io ho la possibilità e la fortuna di indossarla per 25 anni di seguito. Ne ho cambiate moltissime, ma questa con la novità dei calzettoni gialli, ritornano al vecchio stile, mi gratifica e sono orgoglioso di questo”.

Cosa ti senti di dire ai tifosi per quest’inizio di stagione?
“C’è poco da dire, anche perchè sono 25 anni che mi seguono con affetto e amore e lo stesso vale per me. Spero davvero che quest’anno possano darci un forte aiuto tornando allo stadio e trovando una soluzione per questa curva, perchè non se ne può più, sia a noi che giochiamo, sia a loro che vanno allo stadio. Se c’è bisogno di qualsiasi cosa potrei scendere in campo anche io per aiutarli e tornare come era una volta: tutti uniti per un unico obiettivo”.

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