Alla Gazzetta dello Sport, uno dei primi tre quotidiani italiani, non sanno la Storia. Nel senso che non sono evidentemente a conoscenza dei numeri e della carriera di un signore che si chiama Francesco Totti. Senza essere retorici o campanilistici, non si può rimanere indifferenti di fronte alle prime tre pagine della rosea di ieri.
Prima, titolo: “La storia infinita”. Una bella foto di Del Piero a tutta pagina. E ancora: “Solo Gigi Riva gli è davanti nella classifica dei più forti attaccanti italiani moderni”. Va bene, pensa uno. Prima Riva, secondo l’Alex nazionale. E Totti? Il primo marcatore italiano in attività in campionato? Il giocatore che in serie A ha fatto più gol di tutti con la stessa – ed unica – maglia? Il quinto marcatore di sempre (per adesso) nel campionato italiano? Non c’è. Neanche citato. Uno pensa. Ok, la Gazzetta è un giornale del Nord. La prima pagina è dedicata a Del Piero – grande campione, che qui e da nessun’altra parte nessuno mette in discussione – ma dentro ci sarà anche Totti. Per forza. E invece no. Pagina 2: “Inimitabile Del Piero. La nostra top ten, il capitano della Juve è secondo tra gli attaccanti italiani moderni”. Si ripete quanto già detto e scritto in prima. In alto c’è la classifica, vediamo dove è collocato Totti. Primo, come detto, Gigi Riva. Secondo Del Piero. Poi: Vialli, Bettega, Paolo Rossi, Inzaghi (Filippo, meglio specificare non sia mai qualcuno pensasse a Simone), Boninsegna, Prati, Altobelli e Pruzzo. Sì, proprio lui, il Bomber, il grande attaccante della Roma che Totti stesso ha doppiato come numero di gol (106 a 212) proprio mercoledì scorso contro l’Udinese. Di Totti nessuna traccia. Di Baggio neppure.
Qui sta l’anomalia: ammesso che la Gazzetta avesse deciso di prendere i considerazione solo i numeri 9, cioè gli attaccanti puri, le prime punte, Totti e Baggio potevano anche restare fuori. Ma nel momento in cui c’è Del Piero, che incarna alla perfezione le caratteristiche del numero 10, ci devono stare anche l’ex Codino d’oro e il Capitano della Roma. Altra considerazione: qual è, o quale dovrebbe essere, l’unico criterio per giudicare un attaccante? I gol. E Totti, va ripetuto, è il primo tra i marcatori italiani in attività in campionato. Ha messo a segno 212 gol in serie A, Del Piero 187. La media del romanista, 496 presenze, è 0.43 gol a partita, lo juventino si ferma a 0.40.
Non solo: Totti è il quinto marcatore di sempre in serie A. Davanti a lui ci sono Altafini e Meazza, (216), poi Nordahl (225) e Piola, (274). Scongiuri a parte -Francesco e tutti i romanisti sono autorizzati a farlo – raggiungerà e supererà Altafini e Meazza e fino al 2014 (se non di più) ha tutto il tempo per riprendere anche Nordahl. Male che va, quindi, Totti finirà sul podio. E se arriverà secondo, considerando che Piola ha smesso di giocare nel 1954, si potrà dire senza paura di essere smentiti che Francesco Totti, nato a Roma il 27 settembre 1976, è stato il più grande e prolifico attaccante italiano degli ultimi 50 anni. Non lo dicono i romanisti, tifosi o giornalisti che siano, lo dicono i numeri. La Storia, in sintesi.
E la Storia sarebbe potuta essere diversa se Francesco avesse giocato tutta la sua carriera da attaccante puro. Capello si vanta di averlo messo centravanti, ma non lo faceva con continuità . L’intuizione sistematica va data a Luciano Spalletti che il 18 dicembre 2005, notte di Sampdoria-Roma, decide di modellare la sua squadra affidando al Capitano le chiavi dell’attacco. Ecco la formazione di una serata da ricordare: Doni-Panucci-Mexes-Chivu-Bovo-De Rossi-Aquilani-Taddei-Tommasi-Perrotta-Totti. Unica punta. Da quel momento, e fino all’avvento di Luis Enrique che lo ha rimesso trequartista, Totti ha sempre fatto l’attaccante. E qualche soddisfazione se l’è presa: nel 2007, da campione del Mondo e con una bella placca nella caviglia, ha vinto la classifica marcatori con 26 reti, titolo che Del Piero non si è mai portato a casa. E si è messo dietro non solo gli attaccanti italiani, ma anche quelli europei visto che ha vinto, proprio in quella stagione, la Scarpa d’Oro. Si può dire: il bianconero ha realizzato con la Juventus 289 reti, Totti ne ha messe a segno 267 (o 268, considerando il gol di Leverkusen).
Vero, ma Del Piero ha due anni più dell’amico Francesco e ha anche avuto il piacere di giocare un campionato di serie B, in cui ha segnato 20 reti. Numeri, numeri e ancora numeri. Si potrebbe andare avanti all’infinito. E si rischierebbe di fare un torto non solo a due grandi giocatori e a due bandiere del calcio italiano, ma anche a tutti quegli altri grandi numeri 10 che la Gazzetta non ha preso in considerazione. Baggio, come detto, o anche Roberto Mancini. Ingiusto. Così come ingiusto è quello che scrive Alberto Cerruti nel suo articolo. Nelle ultime dieci righe si legge: “Con tante scuse ad altri 10 esclusi eccellenti, citati in ordine alfabetico per non fare ulteriori torti: Anastasi, Chinaglia, Giordano, Graziani, Pulici, Savoldi, Serena, Signori, Toni e Vieri”. Appunto. Alla lettera T c’è Toni e non il Capitano romanista. Evidentemente, per la Gazzetta, non all’altezza dei colleghi – passati e presenti – citati. Di Totti, nelle due pagine, quasi non c’è traccia. È nominato solo quando c’è la classifica dei giocatori in Italia ad aver fatto più gol con la stessa squadra in tutte le competizioni (Del Piero 288, a Francesco ne vengono assegnati 266, quindi tolti quelli di Leverkusen e Genk) e quando, nelle prime righe dell’articolo, viene scritto che Del Piero, col gol alla Lazio, si è avvicinato a un nuovo scudetto e a vecchi campioni. “Già , ma quali campioni? – si chiede Cerruti – Quelli del passato remoto, come Piola e Meazza, del passato prossimo come Rivera e Baggio, o del presente, come Totti e Ibrahimovic. Sappiamo che nessuna classifica metterà tutti d’accordo e allora (…) inseriamo Del Piero “soltanto” nella galleria dei migliori dieci attaccanti degli ultimi 50 anni (…). Attaccanti, ribadiamo. Non numeri 10 in senso tecnico come Rivera, 9 e mezzo come Baggio, o ex attaccanti trasformati in centrocampisti come Mazzola”. Quindi, per la Gazzetta, Del Piero non è né un 10 in senso tecnico, né un 9 e mezzo. È un 9 puro. Una prima punta. Un attaccante assoluto, un bomber. Lui sì. Francesco Totti, il goleador italiano più prolifico in attività in serie A invece no. Questione di punti di vista.
Il Romanista – Chiara Zucchelli