Totti AS Roma: “Datemi tempo”

Corriere dello Sport (R.Maida) – Dal finestrino: De Rossi, vuoto, Florenzi. Sul volo per Detroit, significamente, il posto centrale nella fila dei capitani era stato lasciato libero. Un omaggio al leader virtuale, al rimpianto convitato di pietra, all’amico che per la prima volta non avrebbe guidato la Roma nella tournée americana. Dopo un mese abbondante di relax tra le isole del Mediterraneo e Sabaudia, tra la Costa Azzurra e Federer, Francesco Totti ieri è stato a Trigoria per raccontare al mondo la sua nuova vita, a seguito di una scelta sofferta ma ponderata. Smette di giocare nella Roma, non smette di servire la Roma. «Finisce la prima parte della mia vita, quella che ha rappresentato la mia passione – ha detto nell’intervista al canale di casa -. Per oltre 25 anni il calcio per me è stato divertimento, amicizia, conoscenza, gol, tutto. E penso si sia capito che non avrei mai fatto finire quella giornata del 28 maggio. Ma adesso comincia una nuova carriera, anche più importante: farò il dirigente, sperando di dare alla Roma ciò che le ho dato sul campo verde».

AL LAVOROIl suo contratto di sei anni sarà effettivo dal primo agosto. La Roma avrebbe voluto portarlo negli Stati Uniti, come prezioso veicolo promozionale del tour, ma alla fine ha rispettato le esigenze del suo ex capitano. «Ho pensato a lungo, mi sono preso del tempo – continua Totti – dovevo riflettere con serenità. Adesso mi servirà altro tempo ma per capire il ruolo che mi si addice di più. Mi metterò a disposizione a 360 gradi, per il presidente come per il settore giovanile. In punta di piedi, naturalmente, con la consapevolezza di conoscere bene l’ambiente in cui lavorerò. Grazie alla mia esperienza sono convinto di poter offrire un grande contributo alla Roma».

CHIARIMENTI – Lascia intendere tra le righe che la spinta decisiva sia arrivata dal colloquio della scorsa settimana con Pallotta. Dopo la visita all’hotel De Russie, a due passi da Piazza del Popolo, Totti si è sentito di nuovo un gioiello di famiglia: «C’erano delle cose da chiarire, che risalivano agli anni passati, e le abbiamo chiarite. Con Monchi poi c’era già stata una bella chiacchierata. Ora mi tuffo nella nuova avventura con grande entusiasmo. Lavorare per la Roma è sempre bello per me». L’orgoglio gli aveva fatto considerare l’addio per un ultimo contratto da calciatore ma poi hanno prevalso i segnali del cuore.
FANTASISTA – Sarà un numero dieci anche dietro alla scrivania, per cominciare: «Inizialmente voglio fare tutto e niente, nel senso che non ho scelto la posizione che preferisco». Si muoveva senza fili anche in campo, del resto, assecondando il talento: «Magari serviranno sei mesi o magari due anni per trovare il ruolo più adatto. La verità è che devo ancora capire cosa fare da grande perché, a differenza di tanti colleghi che già pensano al dopo mentre giocano, io fino al 28 maggio mi sono concentrato solo sulla mia vita di calciatore. Comunque il futuro sarà roseo, vedrete. Per me e per la Roma, che ha portato a Trigoria un valore aggiunto come Eusebio Di Francesco, allenatore e persona di livello». Come vorrà essere chiamato Totti nella nuova veste? «Francesco, come sempre. Perché io sono quello di sempre. Diciamo così: Francesco As Roma». Due marchi indissolubili, dal 1993 all’eternità.

 

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