Tonetto: «Se non ha paura la Roma può farcela. Peccato che Spalletti sia arrivato tardi. Non sono imbattibili»

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Il Tempo (E.Menghi) – Di solito passa alla storia chi il gol lo fa e non chi lo fa fare, ma Max Tonetto in quattro anni di curriculum romanista si è aggiudicato di diritto il titolo di assist-man della Champions, contribuendo in maniera decisiva a vittorie indimenticabili. Suo il cross per la testa di Totti a Lione nel marzo del 2007, sua anche la pennellata per Taddei un anno dopo a Madrid, quando una Roma da impazzire passava ai quarti eliminando il Real.

Ce lo racconta?
«Un’emozione grande, per me era la prima al Bernabeu e il blasone del club da solo bastava ed avanzava per dire quanto contasse quella partita, una delle più importanti della mia carriera. Avevamo giocato con personalità e vinto meritatamente».

Spalletti ha già battuto il Real Madrid, può essere un vantaggio?
«Conosce il livello della partita, ma è cambiata la sua Roma e anche il Real è diverso, ha campioni in ogni reparto, soprattutto in attacco. Ronaldo lo abbiamo incontrato diverse volte, col tempo si è accentrato ed è diventato un grande bomber».

Basterà la «difesa a tre e mezzo» per fermarlo?
«Da quando è arrivato Spalletti è più sicuro l’assetto difensivo, ma più che fermare Ronaldo bisognerebbe bloccare chi lo serve, fare pressing per “sporcare” i palloni diretti a lui. Non serve difendersi ad oltranza, l’attesa eccessiva non porta a niente, l’abbiamo visto contro il Barcellona all’Olimpico: quando giochi dietro, prima o poi i grandi campioni il numero lo trovano. Deve esserci equilibrio, una via di mezzo: se difendi basso hai troppo campo da fare per ripartire e fare male».

È una Roma che vale i quarti di Champions?
«Se Spalletti avesse avuto più tempo si sarebbe arrivati meglio a questa partita. Lui dice che passare dalla difesa 4 a quella a 3 non cambia tanto, ma non sono d’accordo perché bisogna lavorarci su un modulo. La Roma è sfavorita perché ha avuto poco tempo e perché ha palesato molti problemi quest’anno. Con la giusta attenzione e la voglia mostrata nell’ultimo periodo dai giallorossi, che dal punto di vista del gioco non mi hanno fatto impazzire, possono farcela, ma serve una partita super».

Impresa possibile, quindi?
«Tutto è possibile, non puoi giocare con la paura. Bisogna esser pronti ed approfittare di quello che il Real concede».

Le piace Zidane come allenatore e che ricordi ha di lui giocatore?
«È stato uno dei calciatori più forti della storia del calcio: classe immensa e giocatore immarcabile. Sembrava che andasse piano, ma non lo prendevi mai. Da allenatore non lo so, ha una squadra di campioni ma ci sono le due facce, perché devi saperli gestire. La personalità non gli manca, si vedeva anche quando giocava. Sicuramente loro hanno più da perdere, perché sono favoriti».

«Siamo seri altrimenti si rischiano le sveglie», ha avvisato Spalletti. Quanto è importante non subire goleade?
«Psicologicamente possono avere dei risvolti negativi, ma la forza sta nel superarli questi momenti. Noi ci rialzammo dopo Manchester. Magari in questi ultimi due anni con le botte in Champions ci sono stati contraccolpi importanti, mentre noi in Europa avevamo avuto più soddisfazioni».

Come le vive queste vigilie il tecnico?
«Bello carico, ma equilibrato. Cerca di tranquillizzare la squadra perché non sono appuntamenti da caricare eccessivamente. Traspare la sua voglia di fare bene».

Dzeko plus o problema?
«È un top player nel palcoscenico italiano, solo che non è riuscito ad integrarsi bene. Lo reputo completo sotto tutti i punti di vista, è tecnico e fisico. Va solo aspettato».

A Zeman dispiace vedere Totti in panchina, a lei che effetto fa?
«Dispiace a tutti. È una gestione sicuramente non semplicissima, uno vorrebbe vedere sempre in campo il più forte giocatore della storia della Roma, ma l’età si fa sentire».

L’Olimpico tornerà a riempirsi, ci voleva?
«Finalmente. Tornano anche i tifosi in curva, senza sembra di stare a teatro e non è piacevole né per chi guarda la partita né per chi la gioca. Spero sia una vera bolgia».

Chi può fare la differenza?
«Nainggolan può rompere gli equilibri. Mi piacerebbe rivederlo trequartista, io la giocherei così».

Parentesi campionato: Roma favorita per il terzo posto?
«Non ancora, ma ci può arrivare: ha tutti gli scontri diretti da giocare, le vittorie danno morale, fanno credere di più in se stessi. Con Garcia mancava questa fiducia».

Sabatini via, sarebbe una grave perdita per la Roma?
«Una perdita sicuramente per il ruolo chiave che ha avuto nel mercato in entrata e in uscita. Bisogna capire i motivi, vedere se sono personali o se pensa di aver fatto il suo tempo: non sarà un vuoto facile da colmare».

A proposito di vuoti, Pallotta non sarà nella capitale per Roma-Real: assenza pesante?
«C’è una dirigenza che ne fa le veci, ma certo avere il presidente presente sarebbe meglio».

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