Corriere dello Sport (C. Zucchelli) – Chissà se José Mourinho ha una simpatia per l’Osasuna. Di sicuro ce l’hanno i tifosi giallorossi dopo che ieri il club spagnolo ha scritto parole di fuoco contro la Uefa. “Forti coni deboli e deboli con i forti”, hanno messo nero su bianco i dirigenti dell’Osasuna dopo che la Uefa ha escluso la loro società dalla Conference League per reati commessi 9 anni fa.

Sui social in tanti hanno espresso solidarietà e c’è anche chi ha tirato in ballo proprio Mourinho e il suo strappo col governo europeo del calcio. La cosa che colpisce è che a citare Mou non siano stati solo i romanisti – scontato – ma anche tifosi di altre squadre che hanno visto nella presa di posizione dell’allenatore giallorosso la voglia di ribellarsi a un organismo in cui tanti non si riconoscono.

La Roma entro la seconda metà di luglio, dopo aver ricevuto e letto le motivazioni della stangata Uefa, presenterà ricorso: l’orientamento è quello di farlo sia per l’allenatore sia per tutte le multe e i divieti ai tifosi, ma è logico che solo dopo aver visto bene ogni cosa si potrà prendere una decisione. Di sicuro, il club ritiene la squalifica a Mourinho un danno tecnico incalcolabile e farà di tutto per averlo quanto prima in panchina in Europa.

Nel frattempo i romanisti, oltre a sostenere Mourinho, vorrebbero anche parole di fuoco di Dan e Ryan Friedkin a difesa della Roma e del suo allenatore. Ma la proprietà giallorossa, finora, ha sempre scelto altre strade. I tifosi sperano che a Trigoria si iniziano davvero a ragionare su quanto sarebbe importante mettere accanto a José un uomo di peso che possa fare da schermo nei confronti delle istituzioni. D’altronde è stato lo stesso allenatore a lamentarsi spesso di questa sua solitudine istituzionale e mediatica: il nome di Boniek è quello che appare più adatto, i tifosi sognano anche la presenza di Totti, uno che ancora oggi ha un peso comunicativo, a livello sportivo, molto importante.

In ogni caso anche Boniek è un nome che conta, con tutti i requisiti giusti, e chissà che non abbia ragionato proprio così quel tifoso che a Budapest, quando lo ha incrociato vicino a Dan Friedkin, gli ha detto, in tipico romano: “Ao, glielo dici te che ci hanno rubato la partita?”. Basterebbe questo a capire cosa hanno provato e provano i romanisti; o forse bastano i 40.000 abbonati pronti a stringersi, ancora una volta, intorno a Mourinho e ai giocatori. Perché se c’è una certezza è che dopo la stangata della Uefa e la lettera di Mou, i tifosi non si sono mai sentiti così rappresentati. E compresi.