Tebas sfuma, stallo lega. Non è tempo di nomine

La Gazzetta dello Sport (F.M.Ricci/M.Iaria) – Sfuma la candidatura di Javier Tebas ad amministratore delegato della Lega, mentre in Serie A permane lo stallo politico, ben fotografato dall’assemblea odierna, saltata perché manca il numero legale. Ieri la Liga spagnola ha blindato il suo presidente, da tempo oggetto del desiderio di molti club italiani e principale indiziato alla poltrona più pesante della Lega, cioè quella di a.d., così com’è stata disegnata dal nuovo statuto approvato a ottobre ma non ancora messo in pratica. Con 35 voti a favore (contrari Real Madrid, Athletic Bilbao e 3 società di Segunda División) l’assemblea di Liga ha approvato l’adeguamento contrattuale di Tebas: la scadenza resta fissata al 2021 ma lo stipendio raddoppia, da 629mila a 1,2 milioni fissi (più 250mila di bonus, come in precedenza). Sono state esaudite le richieste del manager che, in cambio, sarà vincolato a una clausola anti-concorrenza: se volesse licenziarsi non potrà lavorare in un’altra lega europea per 2 anni.

NO COMMENT All’uscita dall’assemblea, a Madrid, c’era grande ottimismo tra le società, convinte che Tebas a questo punto resti. Dovrà decidere in tempi brevissimi se accettare o meno ma in Spagna nessuno si aspetta un voltafaccia, dopo lo sforzo fatto per accontentarlo. Chi in Italia, in queste settimane, ha partecipato alle trattative per portarlo in Serie A non ha ancora perso le speranze, per via dei contatti anche recenti tra lo stesso Tebas e il cacciatore di teste Egon Zehnder. Ma la giornata di ieri è stata una svolta. E lo si è capito anche da un piccolo, grande particolare. Mentre nei giorni precedenti Tebas ci aveva confidato di non aver ancora preso una decisione e di tenere aperta la porta per l’Italia, ieri ci ha risposto con un secco quanto eloquente «no comment», a dimostrazione che l’opzione Serie A è di fatto sfumata. A questo punto salgono le quotazioni di Luigi De Siervo, n.1 di Infront Italy, per la carica di a.d. della Lega. Tuttavia il clima dalle nostre parti resta incerto. A prescindere dalle volontà di Tebas, l’intera partita delle nomine di Lega è lontana dalla conclusione. La Serie A rimane sostanzialmente spaccata in due. Erano state otto società (Atalanta, Genoa, Lazio, Milan, Napoli, Torino e Udinese e Verona) a chiedere la convocazione dell’assemblea elettiva per oggi in modo da accelerare il rinnovo degli organi. Sono state altre otto società (Benevento, Bologna, Fiorentina, Inter, Juventus, Roma, Sampdoria e Sassuolo) ad annunciare, in una lettera, la loro assenza facendo mancare il quorum (14 club) per la costituzione dell’assise. Bisognerà aspettare innanzitutto il rientro di Giovanni Malagò dall’Olimpiade coreana.

MALAGO’ Il presidente del Coni, nuovo commissario di Lega, si insedierà fisicamente in via Rosellini soltanto a fine mese. La sua prima assemblea verrà convocata per il 27, però all’ordine del giorno non ci saranno le elezioni. Malagò vorrà avviare le interlocuzioni con i club di A e proporre la sua agenda di lavoro. Dal punto di vista tecnico, prima delle nomine andrà adeguato lo statuto. Che è nuovo ma è nato “monco”. Perché sia in linea con i principi informatori del Coni dovrà adottare la maggioranza semplice a partire dalla terza votazione. L’abbassamento del quorum renderebbe più semplice un accordo sulla governance, anche se per cambiare lo statuto ci vogliono comunque 14 voti. Insomma, i tempi sono ancora lunghi per rinnovare le cariche. Peraltro, c’è da completare la vendita dei diritti tv del prossimo triennio. Nel giro di un mese è atteso l’ok dell’Antitrust all’offerta di Mediapro, in modo da assegnare ufficialmente il pacchetto domestico al gruppo spagnolo. Ci sarà un aggiornamento il 20 nella riunione della commissione diritti audiovisivi della Lega, che ospiterà Img per un’illustrazione delle strategie di commercializzazione dei diritti esteri e studierà gli inviti a offrire per la Coppa Italia e la Supercoppa.

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