Tanjevic sul caso De Rossi: «Molto più grave l’episodio Sarri-Mancini»

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Il Tempo (E.Menghi) – Bogdan Tanjevic, ex cestista e attuale allenatore della Nazionale di basket del Montenegro, dove è nato 69 anni fa, ha un debole per l’Italia e quando non è impegnato con il lavoro si gode la sua casa a Trieste. Si sente un cittadino del mondo e non potrebbe essere altrimenti per uno che vanta 4 nazionalità diverse: jugoslava, serba, montenegrina e, appunto, italiana. Si occupa di pallacanestro, ma tiene un occhio aperto sul calcio e non gli sono sfuggiti i recenti casi scoppiati in Serie A. Partendo, naturalmente, dagli insulti di De Rossi a Mandzukic: «Io sono il più grande anti-fascista al mondo e cose di questo genere le ritengo esagerate: non bisognerebbe chiamare qualcuno così. Poi io credo che i rom siano uomini come noi, per cui non è un’offesa».

Spesso si giustificano queste espressioni riducendole a «cose di campo»: è così?
«Bisogna calcolare il dramma di una partita, è vero, ma le parole andrebbero scelte meglio, specialmente se ci si rivolge a giocatori stranieri. Non esiste nessun popolo al mondo migliore degli italiani, perché qui non esiste il razzismo. Certo, alcuni stupidi su 60 milioni di persone esistono sempre».

De Rossi andrebbe punito?
«No, assolutamente. In questi casi è sufficiente scusarsi, come hanno fatto Sarri e Mancini, protagonisti di un fatto molto più grave a parer mio, anche perché sono due persone adulte».

A lei sono capitati episodi simili?
«Mai. Io quando sgrido i miei giocatori sparo delle cose… Ma gli voglio un gran bene. Al massimo quando traduco le parolacce dallo slavo all’italiano suonano in un modo divertente».

Spalletti ha consigliato al suo calciatore di coprirsi la bocca: ha fatto bene?
«Lui mi è sempre piaciuto ed è un esempio di comportamento. Per me De Rossi deve solo scambiare un tocco di mano con Mandzukic e finisce tutto lì».

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