Corriere dello Sport (R.Maida) – In una città divorata dalle polemiche istituzionali, dove ogni ipotesi diventa un problema, nemmeno la «tanta gloria» del passato ha potuto salvare il Campo Testaccio dal degrado e dall’abbandono: oggi, dove un tempo la Roma era quasi invincibile, sono rimasti un terreno sporco e incolto, una parte delle gradinate e i tralicci del vecchio impianto di illuminazione. Di fatto, è una specie di discarica a cielo aperto.
L’ITER – Nel 2000 Franco Sensi, il cui padre aveva progettato l’impianto, partecipò a una parziale ristrutturazione del campo. Ma poi nessuno si occupò di fare il resto, anche perché nel 2009 una ditta vinse l’appalto per un parcheggio sotterraneo con l’impegno di riqualificare il terreno di gioco. L’opera si sarebbe dovuta concludere nel 2011 ma è stata bloccata dalla sovrintendenza ai beni archeologici, per poi essere completamente annullata dal sindaco Alemanno nel 2012 con la revoca dei permessi di costruzione. A quel punto è nato un contenzioso tra la ditta e il Campidoglio, risolto definitivamente nell’autunno 2015 con la riconsegna del campo al Comune. Da un anno, anche a causa della crisi della giunta Marino, niente si è mosso. Gli abitanti del quartiere si augurano che, dopo aver riportato in vita il Tre Fontane, la Roma si impegni a restaurare anche il Campo Testaccio.