Strootman: “Qui a lungo, io sono riconoscente”

Corriere della Sera (G.Piacentini) – Tre giorni fa ha compiuto 28 anni, che per un calciatore vuol dire entrare nel pieno della maturità. Kevin Strootman, però, maturo lo è sempre stato: a 22 anni è stato il più giovane capitano della nazionale olandese, e in giallorosso fin dal primo giorno ha vestito i panni del leader. Ad inizio stagione ha firmato il rinnovo con la Roma fino al 2022, ma sul suo contratto c’è una clausola da 45 milioni che potrebbe portarlo lontano dalla Capitale.

«Nel calcio – le sue parole a Sky – non si sa mai, forse la Roma preferirebbe i soldi alla mia permanenza, ma sono contento di giocare qui e proprio per questo ho rinnovato: se vinci qualcosa qui è speciale, purtroppo quest’anno possiamo vincere solo la Champions League, ed è molto difficile. Però voglio vincere nei prossimi anni con la maglia giallorossa, dopo gli infortuni che ho avuto, la società mi ha sostenuto molto e non posso dimenticarlo. Il momento più bello della mia carriera è stato il gol nel derby contro la Lazio: mi ha dato tanta fiducia ed energia per continuare».

Domani a Udine una partita chiave nella corsa Champions, obiettivo minimo della stagione romanista, mentre lo scudetto è andato. «Le prossime saranno due partite difficili: con l’Udinese non è mai facile, con lo Shakhtar vogliamo fare bene per passare il turno. Voglio arrivare in Champions, e per farlo va bene anche il quarto posto, peccato però non essere rimasti in scia di Napoli e Juventus. Sono più forti di noi, questo è sicuro, purtroppo non siamo competitivi per lottare con loro. La Roma non è un club che compra, anzi ogni tanto deve vendere il suo migliore come è successo negli ultimi anni, mentre per Napoli e Juventus è diverso, non devono cedere per forza: noi abbiamo perso Salah, Ruediger, Pjanic, Benatia, Paredes, ma ho tanta fiducia nel progetto di Pallotta e Monchi, loro danno tutto per avere una squadra forte in campo, come quella di quest’anno e come sono sicuro sarà anche in futuro».

L’olandese è stato uno di quei calciatori che ha tratto vantaggio dal passaggio al 4-2-3-1. «In realtà non è cambiato tanto, forse avevamo bisogno di qualcosa di diverso perché le cose non stavano andando bene. Con questo modulo abbiamo vinto due volte, dobbiamo continuare così».

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