Stasera c’è l’Inter: è un “quarto” che vale una finale

Il Messaggero (A. Angeloni) – Per ora, in campionato, Inter e Roma sono divise da quattordici punti (i nerazzurri hanno pure una partita in meno), da sogni e ambizioni del tutto diverse. Un abisso, tanto per giocare sul nome dell’arbitro, Abisso appunto, che quei sogni li ha quasi demoliti annullando il gol di Nicolò Zaniolo con il Genoa, sabato scorso.

Nick è atteso all’ennesimo esame, dopo dieci giorni complicati, prima per la sua cedibilità sbandierata dal gm Pinto a fine mercato (con la Juve che ha cominciato a pressare), dopo per i fatti di Roma-Genoa e l’espulsione che gli negherà di giocare in campionato, ma non certo stasera. Che è la sua notte. La Roma ha bisogno dei suoi talenti. È una partita secca, la prima vera che la Roma gioca in questa stagione (quella con il Lecce negli ottavi di Coppa Italia era un po’ meno vera), si sa, può accadere di tutto.

La rabbia della Roma (e di Zaniolo) per le deludenti prestazioni in campionato, può diventare un motore che spinge al successo. Del resto, Mourinho non è abituato a chiudere le sue stagioni con zero tituli. Anche quando non è andata benissimo ha portato a casa almeno una coppa. Per la Roma, alzare un trofeo, significherebbe giocare l’anno prossimo una coppa diversa dalla Conference.

Mou resta il traino dei sogni. Non vince un campionato dal 2015 (Chelsea), ma nell’anno del sesto posto con lo United è riuscito a mettere in bacheca una Supercoppa, una Coppa di Lega e l’Europa League. E in quella stagione c’erano con lui i compagni di oggi, Smalling e Mkhitaryan. Poi, con il Tottenham ha conquistato pure una finale di Coppa di Lega.

Ecco perché, nonostante tutto, la Roma deve poter sognare il colpaccio a San Siro, contro una Inter distratta dalla corsa scudetto. La Roma si presenta rabbiosa a San Siro per questi quarti di Coppa Italia, un trofeo che da queste parti è sempre un gioiello, dimenticato in un cassetto dal 2008.

E Mou? È la prima volta che torna a San Siro contro l’Inter dopo il mitico triplete del 2010, ne è passato di tempo e i tifosi dell’Inter lo accoglieranno bene. Una grande emozione, la sua. Non quella che vivrà Dzeko, già abbondantemente fischiato a dicembre all’Olimpico. Zaniolo non ha mai segnato alla sua ex squadra e soprattutto non l’ha mai battuta: in quattro partite – e due anni quasi di inattività – tre pareggi e una sconfitta: attende la volta buona. Pellegrini c’è ma non si vede, è tornato ad allenarsi in gruppo ma difficilmente Mou lo schiererà dall’inizio, anche se la notte porterà consiglio. Chissà.

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