Stadio della Roma, Italia Nostra: “Il vincolo è il frutto della volontà dei massimi organi ministeriali, rispettiamolo”

Niente dinamite sotto le tribune dell’Ippodromo di Tor di Valle. Il vincolo apposto dalla Soprintendente di Roma, su indicazione del Mibact, deve essere rispettato. E’ l’opinione espressa da Italia Nostra Roma in una nota, nella quale “intende ristabilire la verità sulla discussa questione della improvvisa apposizione di un vincolo, sulle tribune e sul circuito ippico dell’ippodromo di Tor di Valle”, al posto del quale dovrebbe sorgere il nuovo Stadio della Roma. “Per i noti pesanti interessi coinvolti – scrive Italia Nostra – è stata propagata “una vulgata” secondo la quale, una “oscura funzionaria”, casualmente Soprintendente di Roma, colta da mania di protagonismo abbia improvvisamente messo in campo la predetta inconsistente proposta di vincolo”. I fatti invece, secondo l’associazione ambientalista, sono diversi.  Già “nel 2014 le Soprintendenze Statali espressero tutte le necessarie perplessità legate agli aspetti paesaggistici del progetto, ancora allo stato embrionale di studio di fattibilità, nella considerazione che la questione delle tribune dell’ippodromo, progettate da Julio Lafuente, fossero già nella competenza del Comune e del suo PRG“.

Italia Nostra inoltre sottolinea che “in data 9 gennaio 2017 il Segretario Generale del Mibact, Pasqua Recchia, invitava i propri uffici ad una verifica di impatto visivo del progetto centro direzionale più stadio rispetto al centro storico di Roma quale sito patrimoniale dell’Unesco. A seguito di tale invito – prosegue la nota – la Soprintendenza Archeologica e Paesaggistica di Roma chiedeva un parere dei Comitati Tecnico Scientifici del MIBACT riuniti in seduta congiunta”. Italia Nostra ricorda poi che il 23 gennaio 2017, sotto la pressione della Conferenza dei Servizi decisoria, i Comitati Tecnico Scientifici, dopo ampia discussione, esprimevano un articolato parere che si concludeva con la necessità di riconoscere e tutelare unitariamente la dignità e la qualità di pregiate espressioni architettoniche novecentesche di Roma, come appunto l’ippodromo ed il contesto paesaggistico interessato dal progetto ed auspicava la conservazione delle tribune suggerendo di apporre un vincolo diretto sull’intera struttura. Italia Nostra mette dunque in evidenza che il vincolo è il frutto della volontà condivisa dei massimi organi ministeriali”, ma avverte che la recente legge Madia sulla nuova Conferenza dei Servizi “fa intravedere che l’opposizione, un tempo insuperabile degli organi di tutela dei beni culturali e del paesaggio, sarà, al momento opportuno, aggirabile. Spetterà ora al Comune di Roma e alla sua nuova Amministrazione – conclude la nota – scegliere se adeguarsi a tale indirizzo o battersi, con i propri poteri, per il rispetto anche delle regole della tutela dei beni culturali e del paesaggio avallando o meno i poteri del Mibact, oggi seriamente messi in discussione”. 

Agi

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