Stadio, c’è chi pensa al piano B. E intanto è pronto il ricorso al Tar

Corriere della Sera (A.Arzilli) – Il vincolo finisce al Tar. Roma e Parnasi, i proponenti del progetto stadio, reagiscono con il ricorso d’urgenza contro il documento Mibact che avvia l’iter di vincolo sulla struttura e sulla pista dell’ippodromo di Tor di Valle. Dopo un’odissea lunga oltre due anni, di cui gli ultimi sei mesi di trattative a nervi tesi con il Campidoglio M5S, il colpo di scena (o letale?) arriva dalla Soprintendenza, istituzione seduta al tavolo della Conferenza che il 3 marzo chiuderà i battenti con il verdetto sul progetto. Varianti, delibere, vincoli: sulla base dei documenti, lì sarà presa la decisione. A meno che i proponenti non chiedano (e ottengano) una proroga. La sponda la dà l’istruttoria in corso da parte della Soprintendenza. E se fra 120 giorni arrivasse la conferma sul vincolo che vieta sia la rimozione della tribuna («pericolante, precaria e piena d’amianto», aggiunge la Roma) sia la costruzione di grattacieli, sarebbe inutile l’eventuale sì incassato dal progetto in Conferenza. La domanda che i proponenti si fanno è: «Perché l’ippodromo disegnato da Lafuente nel 1959 ha attirato solo adesso le attenzioni del Mibact?». A questa si accompagnano ipotesi di soluzione, talvolta anche bizzarre: come lo spostamento dell’ippodromo di qualche metro o addirittura in altre zone della città.

Per il Campidoglio, invece, il vincolo assomiglia molto ad un delitto perfetto: no all’opera che ha spaccato il Movimento ma senza una responsabilità diretta nello stop. Via il rischio maxi causa e pure il rischio di una contestazione degli attivisti. «Come abbiamo sempre detto, vogliamo lo stadio ma nel rispetto delle regole», ha detto Raggi. Sembra l’occasione d’oro per ricompattare le fila dopo il caso Berdini e le scintille tra la giunta turbo-stadista e la base ortodossa del Movimento stuzzicata dalla deputata Roberta Lombardi. E rappresentata dalla decina di consiglieri dissidenti che, giovedì scorso, erano riusciti a commissariare una giunta giudicata troppo morbida con l’inserimento in pianta stabile di Marcello De Vito, Paolo Ferrara e Donatella Iorio nel team delle trattative con la Roma. «Meglio farlo sulla Tiburtina lo stadio», suggeriva il consigliere Pietro Calabrese meno di una settimana fa.

Prove di piano B. Solo i proponenti adesso credono ad una partita ancora aperta. Per questo, oltre ad opporsi con Mibact sul vincolo, si ricorre al Tar su due questioni. La prima: la Soprintendenza già avrebbe portato in Conferenza due pareri positivi sul progetto e sulla demolizione della struttura, in conflitto con quello conservativo datato 15 febbraio. «La delibera è stata approvata nonostante una serie di pareri che avanzavano una serie di forti», spiega però, la Soprintendente Margherita Eichberg. La seconda, sulla quale i legali elaborano un esposto contro eventuale abuso d’ufficio: il documento è stato inviato a Raggi, Regione e proponenti, non alla Conferenza. Ma in molti considerano le carte bollate il tentativo disperato per raddrizzare una partita stregata.

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