Spalletti: “Tre metri sopra il Raccordo”

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Il Messaggero (S.Carina) – Sornione alla vigilia, non cambia atteggiamento nemmeno dopo aver vinto il derby. Al di là dei gol di Strootman e Nainggolan, Spalletti è consapevole che c’è molto di suo in questo successo sulla Lazio. Perché la mossa di cambiare assetto a metà del primo tempo e schierare la Roma con il 4-1-4-1, spostando poi nella ripresa Nainggolan in marcatura su Biglia, è (in gran parte) la chiave della vittoria giallorossa. Lucio però fa il modesto e come spesso capita, quando si vince, preferisce dare merito e spostare l’attenzione sui calciatori: «Hanno messo delle qualità, degli ingredienti diversi che a noi fanno comodo. E’ un inizio, vedremo se ci sarà un seguito. Accetto e prendo volentieri questa cosa. Sono stati bravi, tutti». Menzione particolare per Strootman: «Basta guardarlo in faccia, dalla faccia che ha si capisce tutto. Se guardi i volti di Strootman e Dzeko capisci perché uno ogni tanto…(ride, ndc) Kevin sta attraversando un periodo non facile perché non riesce ad essere ancora brillante come vorrebbe e questi momenti qui possono dargli quello che gli manca. Anche Edin è un gran calciatore ma in queste situazioni gli viene più il timore che la voglia di dire ‘questa la determino io’». Capitolo a parte, lo merita invece Emerson – finalmente convincente nel ruolo di terzino – sul quale il tecnico, all’improvviso, diventa un fiume in piena: «Ha fatto una gara straordinaria, una partita bellissima. Vedremo se i rompicoglioni continueranno a rompere senza lasciarlo giocare tranquillo. Rompicoglioni non è una parolaccia. Poi la prossima volta fatemi una nota, così la mamma non mi manda in conferenza stampa. Ma perché non lo si lascia giocare tranquillo per vedere effettivamente quali qualità ha?». Detto che quando si vince si ha (quasi) sempre ragione, Lucio dimentica che chi analizza le partite, giudica quello che vede (magari a volte anche sbagliando i giudizi, ndc). Se Emerson sino a ieri aveva spesso deluso come terzino sinistro, non è colpa di chi scrive. Fa piacere invece sottolineare che nel derby è stato, insieme a Nainggolan, il migliore in campo. Far finta di nulla e non evidenziarlo, questa sì sarebbe malafede.

LA MOSSE –Tornando alla tattica, sollecitato a più riprese, Spalletti spiega gli accorgimenti che hanno cambiato il volto della partita: «Appena siamo entrati in campo non riuscivamo mai ad accorciare su Biglia e lui era bravo a far girare la palla. Non riuscivamo a trovare le misure. Poi quando c’è andato Radja nel secondo tempo, ci siamo posizionati meglio e abbiamo fatto bene. Ho sbagliato io a mandarci Perotti nel primo, visto che non gli è riuscito molto bene». È un attimo. Perché poi, purtroppo, si smette di parlare di calcio per soffermarsi sullo scivolone di Lulic. Lucio diventa di colpo serio e la sua stoccata, a dir poco condivisibile, è un macigno: «E’ un problema di chi dice queste parole, spero per lui che non le abbia pronunciate». Prima di congedarsi, ritrova il sorriso annunciando l’apertura degli allenamenti oggi alle 15 al Tre Fontane: «Si festeggia con i tifosi della Roma anche perché quando si perde ci prendono per il cu… Poi, però, testa bassa. Chi torna dopo due giorni, pensando di aver fatto chissà che cosa perché si è vinto contro la Lazio, se ne torna a casa. Siamo in alto, guardiamo anche oltre il Raccordo Anulare, non soltanto al derby. Chi vuole rimanere dentro il recinto, ci rimanga. Noi vogliamo andare a vedere cosa c’è oltre. Abbiamo altre mire».

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