Spalletti: “Rigore evidente ma la Roma è stata poco matura”

Corriere della Sera (G.Piacentini) – «Dzeko non era in fuorigioco, e il fallo è evidente». Comincia dalla fine, Luciano Spalletti, nell’analizzare la sconfitta (3-2) di ieri della Roma a Marassi contro la Sampdoria. Al 95’, infatti, l’arbitro Mazzoleni non ha concesso un calcio di rigore netto per un intervento su Dzeko, giudicato in posizione di fuorigioco (inesistente) dal guardalinee. «La Rocca di Ercolano (l’assistente, n.d.r) si è distratto un attimo – l’analisi del tecnico – e ha mal interpretato questa situazione. Dzeko era due-tre metri dietro quando la palla è partita. L’arbitro aveva fischiato il rigore, questo ci disturba perché è una situazione di facile lettura per un guardalinee del nostro campionato».

Non è il solo episodio su cui il tecnico romanista può recriminare: anche la punizione che ha portato al terzo gol della Sampdoria è sembrata molto generosa. «Avevo già visto dal campo che il fallo non c’era, è l’attaccante che si butta con il corpo per non far prendere la palla a Ruediger».

Al netto degli episodi, è stata comunque una Roma diversa rispetto a quella solida che nel 2017 non aveva ancora subito gol (l’ultimo il 22 dicembre contro il Chievo), che nelle ultime sette gare prima di ieri ne aveva subiti solamente due e non ne prendeva tre dalla trasferta col Torino (25 settembre 2016). «Nella gestione della partita ci è mancata un po’ di maturità, una squadra come la nostra può fare meglio. Nei tre minuti in cui abbiamo subìto due gol non siamo stati svegli».

Ha fatto discutere la scelta di tenere fuori Manolas per fare posto a Vermaelen, che ha sofferto parecchio la velocità di Muriel e Quagliarella. «Bisognava giocare la palla – spiega Spallettiper questo ho preferito inserire uno con il piede buono. Avevo una sola soluzione, poiché Ruediger ha giocato a destra. La linea difensiva non si è comportata male, abbiamo preso due gol da situazioni che non riguardano solo il reparto».

La sconfitta rischia di lasciare strascichi sul morale della squadra. «I calciatori sono spappolati, distrutti. Si parla solo del risultato, conta quello e noi siamo felici solamente se portiamo a casa i tre punti. Quando perdi una partita cala un po’ la fiducia ma finché la matematica non ci condanna, per lo scudetto non è finita. Finisce se smetti di crederci, ma noi non molliamo di un centimetro. Il mercato? Ci distrae, spero che Paredes resti perché per noi è fondamentale. Di Kessie ho sentito parlare, ma sarebbe un acquisto per il prossimo anno e noi dobbiamo pensare al presente».

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