Spalletti: “Ricomincio da Dzeko”

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Il Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – Il ritiro si è concluso, la nuova Roma è partita, sta ancora cambiando fisionomia, con arrivi e partenze. E’ tempo di un primo bilancio, Luciano Spalletti è molto coinvolto, gli allenamenti in Val Rendena sono stati la base per una stagione che sarà impegnativa da subito. Due giorni di riposo prima di riprendere il lavoro, ma il tecnico toscano ha già individuato cosa va e cosa non va, dove la squadra ha qualche lacuna e dove ha la possibilità di scegliere. Spalletti parte dai tifosi, da quel valore aggiunto che spera di ritrovare nel corso della stagione. Quasi trentamila presenze a Pinzolo, il pubblico ha sostenuto con calore la squadra in questo inizio di stagione. «I tifosi vogliono vincere, quando ti vedono in difficoltà l’affetto e l’amore a volte si tramutano in qualcosa di non positivo. Noi siamo la Roma e dobbiamo ambire sempre al massimo. Sono diverse le squadre che partiranno per starci davanti, non c’è solo la Juve. Le partite contro la Juve sono solo due, ha ragione Strootman, ma noi dovremo cercare di vincerle tutte».

Un bilancio dopo le prime due settimane di lavoro.
«E’ positivo, abbiamo trovato un buon ambiente in ritiro. C’è stato il contatto con il pubblico che ha quell’entusiasmo che possiamo alimentare con i risultati. Se facciamo un lavoro corretto può darci una spinta in più. Perché noi vogliamo ricominciare bene, dove abbiamo lasciato lo scorso anno, però questa volta con il supporto del nostro pubblico all’Olimpico. Far riavvicinare i tifosi deve essere un nostro obiettivo primario. Vederci di nuovo vicini e cercare di ricoinvolgerci a vicenda è un fatto importante per noi. L’ambiente di Roma ti può creare insidie di tensioni e malumori, ma nello stesso tempo può darti una spinta per la vittoria. Dipende da come riusciamo a portarlo dalla nostra parte».

Alcune indicazioni del ritiro. Ha provato Strootman davanti alla difesa. L’esperimento ha funzionato?
«Ci si può lavorare. Vedremo in futuro. In quel ruolo abbiamo anche Daniele (De Rossi, ndi) e Paredes. Strootman sa fare tutti i ruoli in mezzo al campo. Avere quella fisicità lì, anche se perde qualcosa nello stretto, è tanta roba. Ma quando c’è da riconquistare sa dare equilibrio di squadra. Ha un impatto da camion…».

Durante il ritiro ha provato il 4-3-3 e il 4-2-3-1, anche se ora manca Nainggolan. La Roma ripartirà da li?
«Ne abbiamo diversi di giocatori che possono stare dieci metri più avanti, uno di questi è Perotti, se si vuole fare la formazione scegliendo qualcun altro a sinistra. Poi devono tornare El Shaarawy e Florenzi. Anche Iturbe può essere un’alternativa, un giocatore offensivo che ha caratteristiche diverse, ha forza, ma deve migliorare nelle scelte. Ha delle qualità, con lui bisogna parlarci molto, io l’ho fatto spesso durante gli allenamenti e nelle partite amichevoli e se mi sono fatto sentire all’esterno ho sbagliato (ride, ndi). Ma bisogna capire l’obiettivo che si vuole perseguire. Vedremo strada facendo quale sarà la condizione dei giocatori, ora è presto per pensare a un impianto definitivo, ci sono varie soluzioni sulle quali poter lavorare».

Quanti giocatori mancano ancora alla Roma perché la squadra possa considerarsi completa in ogni suo reparto?
«Un difensore di sicuro, lo cerchiamo e lo andremo a prendere».

Nacho?
«Ammesso che arrivi… Ma non voglio far nomi, sento sempre Sabatini e mi trasferisce sensazioni positive. Poi ci sono da fare valutazioni su alcune operazioni di mercato che ci potrebbero portare a cedere qualcuno per arrivare a un obiettivo che ci interessa. Un giocatore può pagare il fatto di avere mercato».

Manolas ha svolto un ritiro un po’ turbolento…
«Lo voglio nella Roma, ci ho già parlato e gliel’ho detto».

Ha avuto qualche mal di pancia, diciamo così…
«Lui ha questo strapotere fisico che gli va a volte anche nel cervello e alza l’intensità dei discorsi. E’ alla ricerca sempre di qualcosa che va al di sopra della normalità, in campo si butta con questa scivolata che arriva da tutte le parti, ma a volte la usa anche a sproposito perché è un giocatore esuberante. Va oltre anche nei discorsi con questo strapotere».

Pardes e Iturbe restano alla Roma?
«Per ora i piani sono questi, ma siccome noi cerchiamo giocatori di prima qualità per quelle che sono le nostre possibilità, ora comincio a capire Sabatini quando parla di mosse da gatto maculato. Noi cerchiamo il difensore, se poi capitano situazioni di mercato per le quali per prendere un grande giocatore devi privarti di uno di quelli che hai, devi essere pronti a farlo. Bisogna stare dietro alle situazioni di mercato, che potrebbero riguardare anche giocatori dei quali non vorresti fare a meno. Dobbiamo essere pronti. Se arriva un’offerta bisogna saperla cogliere al volo, poi bisogna tamponare quella uscita».

Diawara è un giocatore che le piace?
«E’ un buon giocatore, ma non penso che la Roma abbia delle responsabilità, il suo problema è con il Bologna perché noi non abbiamo mai parlato con lui».

Preferirebbe che Higuain restasse al Napoli o andasse alla Juve?
«E’ uguale. Se resta dov’è il Napoli rimane fortissimo, se va alla Juve fa ancora più forte una squadra strepitosa. Ma se parte permette al Napoli di prendere cinque giocatori di altissimo livello. Ci sono situazioni così importanti che possono determinare il miglioramento delle altre squadre, perché la Juve ha l’obiettivo di vincere la Champions League, visto che di campionati ne hanno vinti diversi, e ha la rosa per gestire diverse situazioni».

Dzeko è il centravanti della Roma?
«Per me sì».

La preparazione della squadra a che punto è?
«Continuiamo a lavorare sul fondo anche quando giochiamo, durante il secondo tempo dell’ultima partita quelli che avevano giocato nel primo erano andati a correre in un altro campo. Facciamo anche le distanze. Ma prima era diverso, ora non sono d’accordo con il lavoro sulle distanze lunghe. E’ meglio se si trovano le distanze dentro le situazioni di gioco e in questo Norman e Iaia sono bravi».

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