Spalletti punta sul Ninja intristito: «È tornato il guerriero che voglio»

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Il Corriere della Sera (L.Valdiserri) – Per gli assenti ci vuole un libro: Manolas, Emerson Palmieri, Vermaelen, Mario Rui, Nura, Florenzi e Totti. Qualche foglio serve anche per quelli che non sono certo al top: Ruediger che ha giocato due partite in quattro giorni dopo un infortunio di quattro mesi, Paredes e Fazio recuperati all’ultimo e convocati. Il primo dovrebbe andare in panchina e il secondo giocare. Così diventa un problema fare un undici contro il Bologna (stasera alle 20,45) che non faccia rischiare troppe sostituzioni. Però Spalletti è ottimista e non solo perché anche gli emiliani sono rimaneggiati (out Gastaldello, Maietta, Torosidis e Verdi, solo in panchina Destro). Il fatto è che l’allenatore ha visto molti passi avanti da parte del suo gruppo. «La crescita è tangibile – è l’analisi del tecnico -. Vedo i giocatori più attaccati allo stemma e ai colori sociali. Giocando in casa, poi, si è più tranquilli. Ma il miglioramento che vedo è generale. Anche in trasferta, pure se non sempre sono arrivati i risultati che ci aspettavamo».

In casa la Roma è 5 su 5 in campionato, con 17 gol segnati e 4 subiti. Una garanzia. Spalletti – ed è un evento abbastanza raro – spende parole anche per un singolo. È Radja Nainggolan, che è rimasto molto deluso dal trattamento ostile del nuovo c.t. del Belgio, Roberto Martinez, che non lo ha convocato e sembra essere molto freddo nei suoi confronti: «Secondo me ora è il Nainggolan che noi vogliamo. Al di là dei gol, si è fatto trovare pronto a fare il doppio ruolo che gli chiedo sempre: parte da trequartista, ma fa il mediano quando gli altri hanno possesso palla, torna a schiacciarsi sulla linea difensiva, riparte ad attaccare gli spazi, lotta, fa cominciare male l’azione agli avversari… Fa un po’ tutto. Per un paio di partite, come è fisiologico per tutti i giocatori, ha abbassato un po’ il livello di rendimento, ma ora sta bene, è il guerriero che ci piace. Ha fatto rivedere la furia che possiede e che tutti dobbiamo prendere da lui». L’altro deluso dalle nazionali è El Shaarawy, snobbato da Ventura. È in ballottaggio con Perotti e anche lui vuole lasciare il segno. Per se stesso e per la Roma.

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