Spalletti ha subito fretta: «Roma, partiamo forte»

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La Gazzetta dello Sport (Cecchini-Stoppini) – La prima parola chiave è eccitazione. Luciano Spalletti, sciolto nell’acqua stagnante del presente, è una specie di Viagra per l’entusiasmo della Roma. Eccitazione che rimbalza nella sala stampa piena come nei giorni belli e che si riflette persino nelle parole dell’allenatore quando rammenta gli anni del 4-2-3-1: «Quel modulo mi divertiva, mi faceva quasi eccitare (risate, ndr). Poi andando fuori ho assorbito anche cose nuove. Ora si può riproporre, però può essere pure che si farà qualcosa di diverso, ma è da provare velocemente».

BALDISSONI DECISO – Ecco, la seconda parola chiave è velocità. Piccolo passo indietro. Nell’introdurre il ritorno di Spalletti, il d.g. Baldissoni aveva detto: «Il cambio dell’allenatore è sempre la certificazione di un qualcosa che non sta funzionando, ma è anche la prima soluzione: i programmi della Roma non cambieranno, vogliamo arrivare ad alti livelli». Una responsabilità non da poco per il nuovo timoniere, che anche su questo sa come funziona il mondo e lo spiega: «Non ci sono alibi, si deve solo vincere. O si vince o tra due mesi chi mi ha esaltato in questi giorni mi prende per le orecchie e mi fa fare il giro della città. Per questo credo più alla componente psicologica che ai problemi di preparazione. Altrimenti cosa dico ai giocatori? Che se perdono per due mesi è perché non hanno birra nelle gambe? Gli altri corrono fortissimo. Noi siamo un po’ in ritardo, perciò bisogna partire forte, non c’è altra strada. Bisogna subito riappropriarci delle qualità e le abbiamo. Mi aspetto già contro il Verona una reazione fortissima». Magari con Pjanic libero di svariare, tant’è che a fine allenamento (con Nainggolan, Castan, Rüdiger, Manolas e De Rossi) è rimasto in campo con lo staff.

IDEA DIFESA A TRE – Sulle doti della Roma, Spalletti ci giura, tant’è che rivela come Ancelotti, chiamandolo per l’«in bocca al lupo», gli abbia chiesto «informazioni sui miei centrocampisti». Avvisati gli uomini di mercato in chiave Bayern, il messaggio del tecnico è chiaro: «Le squadre forti sono quelle col centrocampo forte e noi lo abbiamo fantastico. Il 90% di roba passa da lì e se la gestiscono i miei, ho fiducia». Anche perché ci sono cambiamenti all’orizzonte, ad esempio la difesa a tre. Interpretiamo. «Rüdiger sa fare benissimo anche il terzo centrale. Ci gioca in Nazionale e in quella posizione arriva anche in fascia. Certo, non può proporre calcio d’attacco, ma se hai uno a sinistra più offensivo e uno a destra meno, siamo lo stesso a dama». Sembra la fotografia di Digne e Torosidis, oppure Florenzi, ma non basta: c’è un altro indizio. «De Rossi mi ha dato completa disponibilità a fare qualcosa di particolare, però non si può dire». Cioè il difensore centrale? Morale: nessuna sorpresa se da Trigoria dicono che il tecnico stia già sperimentando questa soluzione, sfruttando anche la duttilità di FlorenziÈ un 2 o un 7? Secondo me è un 3 e ½ o un 4 e 3/4. Gli ho visto cambiare più ruoli e li ha fatti bene tutti»). Non basta: con Spalletti torna protagonista anche Castan. «Gli ho chiesto: “Se ti faccio giocare domani?” e lui: “Vedrà che prestazione che faccio”». E fra i grandi ritorni, occhio anche a quello di De Sanctis.

TOTTI E DZEKO – Non poteva mancare il passaggio su Totti. «Ho cercato di non disturbare il suo talento. Sul futuro dovranno parlare lui e Pallotta, non posso essere io a influenzare». Parole al miele poi su Dzeko. «Se mi avessero chiesto che centravanti vuoi, io avrei detto proprio lui». Insomma, grazie Sabatiniè un grandissimo d.s.») e grazie PallottaLa distanza? Ho avuto proprietà vicine che non hanno dato contributo»). Ma tutto sommato, il suo ritorno a Roma ha dietro quasi un segreto familiare. «Sono tornato perché me l’hanno chiesto tre tifosi speciali: i miei figli. A loro non potevo dire di no». E il suo Samuele, lì accanto, sembra assentire.

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