Spalletti: “Nainggolan? Non erano tifosi, ma sciacalli. Derby di notte? Una fiducia da non disperdere” – VIDEO

Luciano Spalletti, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa in vista della partita di domani in casa del Crotone. Queste le sue parole:

Inizia il mister con il bollettino medico:
“Florenzi continua lo stesso lavoro per ritrovare la condizione ottimale per stare con noi. Francesco ha avuto un problema intestinale questa notte, per cui non parte. E’ venuto questa mattina, si è fatto visitare ed è tornato subito a casa perché aveva questo inizio di influenza”.

Il ritorno di Salah cambia qualcosa a livello tattico?
Il cambiamento tattico c’era anche senza il suo ritorno. Perché poi dipende da che partita e da che avversario si trova. Poter cambiare è un vantaggio. E’ un vantaggio anche giocare sempre allo stesso modo perché ti permette poi di poter lavorare sempre sugli stessi concetti andando sempre a ritrovare poi un riferimento in quello che tu fai in campo, qualsiasi esso sia nell’attaccare o nel difendere. Però esser pronti anche in qualche momento a fare qualcosa di diverso e ad usare la qualità d’intelligenza dei giocatori è sempre un’arma in più. Se poi riesci a cambiare e a lavorare su tutti i concetti di cambiamento in maniera corretta allora è proprio l’ottimale, ma quello diventa un po’ più difficile.

La partita di domani sarà difficile visto che il Crotone ha tenuto testa alla Juventus per più di un’ora di gioco?
Sì la partita è difficile anche perché contro il Crotone non ha avuto vita dura soltanto la Juventus, ci sono anche altre squadre che poi hanno sbloccato il risultato proprio negli ultimi minuti, vedi il Milan che ha vinto proprio alla fine e se non sbaglio anche in casa sua e neanche a Crotone. Per cui il fatto che Nicola sia lì a fare il suo lavoro e sia un allenatore tra quelli indicati che lavorano bene, è segno che manda segnali giusti alla squadra e che l’ha tenuta viva fino a questo momento nonostante la classifica. E’ segno che poi bisognerà essere una squadra forte, ciò vuol dire che la squadra sa quella che è la sua strada e non va a pensare alla forza dell’avversario, sa quello che deve mettere per vincere la partita. Anche perché poi forse questo è la sintesi di tutto. Se noi perdiamo contro il Crotone o non vinciamo vuol dire che hanno vinto e hanno fatto risultato la Juventus e il Napoli. I nostri avversari hanno tutti gli stessi colori, non cambiano i colori delle maglie dei nostri avversari. I nostri avversari hanno tutti le maglie azzurre e bianconere, perché loro sono quelli che ci stanno davanti. Per cui qualsiasi punto noi perdiamo per strada, vuol dire che abbiamo perso punti contro questi due colori qui e non l’abbiamo persi contro il nostro avversario di giornata.

Febbraio mese decisivo?
Sì l’abbiamo detto più volte, questo è un concetto corretto ma ci stiamo arrivando bene. La squadra è in condizione e l’ ha fatto vedere anche nell’ultima partita. Stiamo ritrovando giocatori che ci permetto dei cambi. Sono sicuro che riusciremo a mantenere lo stesso livello di rendimento pur qualche volta dovendo cambiare la squadra per far riposare qualcuno. Il numero deve essere fatto ugualmente allo stesso livello e di grandissima qualità.

Cosa pensa delle parole di Nainggolan?
Da un punto di vista mio, io so quello che succede e che quelle che sono le insidie alle quali si va incontro, però è evidente che quello che lui fa nel campo, la garra, il temperamento e il non togliere mai la gamba è sotto gli occhi di tutti. E’ un bravissimo ragazzo, la garra e il temperamento sono sempre messi contemporaneamente alla lealtà e alla correttezza. Ed è questa la sua immagine e non due bischerate dette fuori al bar ai due persone che poi ti iniziano il discorso. Quante volte io sono passato fuori al cancello e c’era gente che mi chiedeva delle cose. Fattore decisivo è la disponibilità. La disponibilità di un ragazzo che un giorno libero e che va lì a parlare con loro. Ci sono degli sportivi che fanno finta di essere della Roma. Queste cose non interessano a nessuno, interessa soltanto quello che lui ha detto. Lui dice due bischerate a due persone che poi si sono rivelate due sciacalli, perché sono due sciacalli che possono anche aver manipolato il video perché non si vede l’inizio e sono loro che lo portano sul quel discorso. Quante volte io o gli addetti ai lavori siamo con gli amici e parlando si prende per riferimento quello che è l’obiettivo comune. Ed in questo caso qui è la Juventus, ora anche il Napoli che ci è davanti. Invece si vuol far apparire sciacallo anche chi le usa in maniera distorta. Si vuol far apparire una faccia del ragazzo che non è quella reale. Il ragazzo è pulito e voi lo sapete bene. A me rimane quella immagine e non quest’altra. Come è rimasta nello spogliatoio, perché è entrato nello spogliatoio tutti stavano a scherzare e a ridere, però poi subito è uscito questo senso di protezione che io mi aspettavo dalla mia squadra. Perché tanto poi sapeva che piega gli sarebbe stata data a questo episodio. Senso di protezione perché poi si cavalca ciò per far male. Quelli là sono quelli che vogliono vedere la nostra sconfitta. Per cui noi non siamo una accozzaglia di giocatori buttati in un luogo, noi siamo una squadra con uno spirito comune. Lo spirito comune di una squadra è quello che ognuno di noi prende qualcosa anche da quello che ha vicino e da tutte le cose che succedono. Per noi questa è una situazione normalissima, perché sappiamo la provenienza, la manipolazione e la volontà di far male di qualcheduno. A noi ci interessa la partita di domani e basta.

Qual è il suo obiettivo minimo?
E’ riuscire a mandare un messaggio forte di ricerca di mentalità di vittoria per questa squadra e di lavorare sempre al massimo e di cercare di trovare una soluzione valida all’ossessione che ho. E di trasferire questa ossessione anche ai calciatori. Di conseguenza c’è anche il fatto di vincere. Per esempio quello che ha detto De Rossi è un concetto che io devo ribaltare totalmente, perché sono io che mi devo meritare la Roma. Io non mi devo far scappare la Roma, e non che io devo firmare. E per far questo bisogna iniziare a mandare messaggi forti e a vincere qualcosa. Io mi devo meritare la Roma e io non mi debbo lasciar scappare la Roma. E non sono io che devo firmare il contratto. Noi tutti non ci dobbiamo lasciar scappare quella che è una possibilità importante che abbiamo essendo dentro questo posto magnifico. Questo luogo qui è una cosa da preservare e non è l’ambiente malfamato. E’ una cosa da accattellare come i giardini con i fiorellini da non calpestare. Manteniamolo così questo luogo. Un risultato sportivo poi a volte può essere anche fare vedere il nostro marchio. Quando arriviamo noi arriva la lupa che vuole sbranare qualsiasi pallone perché vuole vincere la partita. Questo deve essere il nostro timbro. E ci se lo guadagna lavorando tutti i giorni, venendo al campo con la stessa mentalità. Ci si trasferisce quello che è l’obiettivo comune. Questa è la cosa che ci interessa di più, abbiamo questo desiderio qui. Poi ce ne sono anche altri, ma questa le mette in maniera corretta tutte le cose che noi viviamo giornalmente.

Come si spiega il fatto che Nainggolan con la vita che fa sia sempre il migliore in campo?
Che vita fa Nainggolan? Scusate mi chiamate Radja? Io non capisco. Lui fa una vita regolare, la fa meglio di tutti perché va più forte. Quella sera del video, è la sera che io do libera. Io do liberi uno o due giorni a settimana, ciò dipende dalla frequenza di partite che ci sono. E dando questi due giorni liberi uno li consuma come vuole. Poi è chiaro che ci siano delle regole interne che non si mettono fuori dalla porta perché fanno parte del rispetto che noi dobbiamo avere fra di noi e di quello che deve essere un patto corretto per quelli che sono i nostri obiettivi. Lui ha questa correttezza nei confronti dei nostri patti, ma come ce l’hanno tutti. Radja fa una vita correttissima. Se vai a vedere il tipo di vita, vedi un paio di settimane di allenamento in Russia e ti accorgi poi che quella vita è da studio perché sono abituati ad andare più forte proprio come sensazioni e ti accorgi subito poi anche della risposta. Però loro sanno benissimo alternare quello che deve essere il momento di svago al lavoro. Radja probabilmente trova l’equilibrio nel forte sempre. Uno può trovare l’equilibrio facendo pochino di questo, facendo pochino di quest’altro, mangiando pochino, bevendo pochino, dando pochi baci. Invece lui mangia di molto, corre di molto, da molti baci e ci sta di molto, così lui trova lo stesso l’equilibrio. Sempre equilibrio è. E’ un equilibrio altissimo ma sempre equilibrio è. Lui è di questi qua.

Queste polemiche danno pepe al campionato o tolgono la concentrazione?
Non so cosa possa capitare ma so che capitano tutte le settimane e che ormai ci siamo un po’ abituati e che posso ricapitare. So anche che Staffelli è pronto a portare tapiri in giro (ride ndr). So queste cose qui. Per il resto se tolgono l’attenzione oppure no questo non lo so. Io so quelli che debbono essere i nostri obiettivi e la nostra disponibilità a guardare quello che riguarda la nostra classifica e quello che è importante. Le altre cose non mi interessano, a quello c’è la stampa che deve essere attenta e che sicuramente è più brava di noi a proporlo e a metterlo in superficie e a metterlo in evidenza. Bisogna stare attenti a dare importanza alle cose veramente importanti, perché le letture in un episodio come quello di Radja possono essere anche totalmente diverse se uno vuole. Dipende anche dalla volontà che uno ha. E la volontà di qualcheduno si è vista anche molto bene, è sotto gli occhi di tutti questa settimana qui. Che sono dei nemici si vede poi se ti mettono in prima pagina o se ti mettono in ottava. Che poi alla fine è un diverso sapore di mettere in risalto il quanto tengo ai nostri risultati.

Nura che fine ha fatto?
Lui è lì che segue il suo percorso riabilitativo, ma si sta trovando anche soddisfazione nel suo modo di lavorare. Perché lui ha iniziato ad allenarsi anche abbastanza bene.

Che segnale è il derby in notturna?
Il derby di notte è una fiducia che noi non dobbiamo disperdere. E’ una fiducia che ci danno. Io ho parlato più volte in qualche riunione e in qualche università con Gabrielli e lui dice cose giuste. Bisogna comportarsi bene negli stadi. Dobbiamo fare le cose corrette per farci venire sempre più gente e per far essere gli stadi sempre più spettacolari e più belli. Mi sembra facile dover parlare di quello che loro provano a fare e del messaggio che noi dobbiamo recepire nella maniera corretta. Io però ora tento di metterci qualcosina di più. Io una volta sono a fare la riunione con i giocatori e tutti sappiamo le regole. Vedo però un giocatore che fa diversamente a quello che sono le regole. Vado vicino a lui e gli dico guarda che queste sono le regole. Ma lui mi dice: “Mister guardi non mi faccia giocare se vuole, ma io tengo il cellulare acceso e parlo con mia moglie e i miei figli fino a che non sono seduti dentro lo stadio. Io non spengo il cellulare. Lei mi mette fuori, ma io non spengo assolutamente il mio cellulare”. Questo clima di tensione che si crea fuori è un clima di tensione anche per i giocatori. Non sono tranquilli e non fanno venire le mogli allo stadio perché hanno paura che gli succeda qualche cosa. E quelli che le fanno venire stanno a pensare dove sono le mogli fino al momento di entrare in campo. E se c’è la fila, e questo era il capitano della squadra, e non arriva dentro allo stadio lui non si scaldava finché non lasciva il cellulare ad uno lì fuori che era in contatto e che gli diceva dove erano i suoi figli. Altrimenti lui non sarebbe mai entrato in campo. Ma alla fine è giusto così, perché non ci deve essere quel clima. In questo senso di alzare un po’ quello che deve essere il livello di sentimento verso il divertimento, la correttezza e lo spettacolo, lo vivono anche i calciatori stessi che sembrano al di fuori. Loro sono coinvolti ugualmente a quello che succede fuori. La dobbiamo far finita. Stadi nuovi, perché servono stadi nuovi in cui vengano anche le famiglie. Noi dobbiamo andar a vedere a quello che succede in Germania o in Inghilterra. Da dove sono più bravi e si divertono di più bisogna saper imparare. E’ semplice.

Secondo lei a che punto è questo iter di creazione di questo stile Roma?
Io sono contento di quello che vedo qui. Io ci vengo volentieri qui, mi sento a mio agio. Quando entro dentro gli spogliatoi, quando vado in campo ad allenarmi, quando vado via la sera tardi vedo ancora gente che lavora. Io ci passo molto tempo qui, vengo presto e vado via tardi. Vedo molte situazioni. Io non comando su niente, ma voglio controllare il più che posso, nel senso che voglio vedere quello che è il modo di lavorare e di voler bene a questa squadra e a questi colori. Quello che c’è è un modo corretto di lavorare. C’è un presidente che vuole sempre cose nuove per migliorarsi e per andare avanti. Ci sono centinaia di persone che lavorano qui dentro in maniera seria, e che ci fanno trovare tutto sistemato tutto quello che è possibile. Il dietro le quinte è un dietro le quinte di quelli di qualità. Questi che arrivano con noi arrivano sempre prima, è giusto dargli importanza ed è giusto che loro lavorino per questi ragazzi che vanno in campo. Questi ragazzi stanno facendo vedere di essere molto seri e corretti. Sono delle persone per bene. Poi alcuni giocatori sono cresciuti, ed è fondamentale. Ad esempio nel caso di Francesco Totti, noi siamo sempre abituati a lui perché non ne abbiamo trovato uno uguale. Per ora non ne abbiamo trovato uno come Francesco, però dobbiamo lavorare per trovarlo e dobbiamo lavorare per trovarne più di uno. Ed è questa la crescita, se ce ne hai due o tre come lui. Per cui il discorso di processo è quello regolare. Perché Dzeko è vicino ad essere uno come lui, perché Strootman è uno come lui, perché De Rossi c’è, perché Fazio è una persona bellissima, perché Rudiger è un ragazzo giovane, ma che fa vedere che è attaccato a questi colori e mette tutta la sua forza per vincere le partite. E’ evidente, si vede, è lì. Per cui sono tutti segnali positivi. Perché se mi domandassero: “Vuoi cambiare questi giocatori con quelli di quest’altra squadra?”. Io non cambio niente con nessuno, poi però c’è da migliorare un pochettino quello che è la mentalità, sulla quale ci stiamo lavorando. Quando poi si arriva qua dentro il livello è questo e non si scende di un centimetro. E a quelli che arrivano gli si fa vedere di che livello siamo e dove si vuole arrivare. Non guardiamo che cosa succede. Succede tutto quello che vuoi ma da qui in su, da qui non giù non succede niente.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti