Spalletti: «Ho dato tutto, il resto si vedrà»

Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – Non è facile gestire il finale, quando ci si prepara a uscire di scena e le aspettative erano altre. Il pareggio contro l’Atalanta rende più difficile la conquista del secondo posto e le parole di Spalletti hanno il sapore di un forte senso di delusione. Sembrano quasi il bilancio di fine mandato: «A Roma ho trovato la possibilità di lavorare e ce l’ho messa tutta». Non è una resa, ma la consapevolezza che oltre quella soglia non sia riuscito ad andare: «Staremo a vedere quello che è il risultato finale. Per ora non è né da buttare via, né buonissimo, perché poi siamo usciti dalle coppe. Alla fine tireremo le somme e ci prenderemo le responsabilità».

SECONDO POSTO – La Juve si riallontana e torna a otto punti di vantaggio. Ma all’aggancio miracoloso il tecnico molto realisticamente non aveva mai creduto troppo: «Dobbiamo lavorare bene fino all’ultimo giorno per tentare di arrivare davanti al Napoli. Dobbiamo essere concentrati sul finale di campionato. E’ inutile fare i programmi adesso. Ci portiamo a casa questo pareggio, ma continueremo a lavorare al massimo, non ci sono dubbi. Il secondo posto è un obiettivo importantissimo, bisogna avere il carattere giusto per riuscire a tirare fuori sempre il massimo e lavorare nella maniera corretta». Ieri la Roma non gli è piaciuta, si aspettava un atteggiamento diverso nel primo tempo: «All’inizio abbiamo fatto girare palla in maniera lenta, nella ripresa è uscita la nostra qualità e meritavamo di più. La mia squadra ha grandi potenzialità, è forte, ma nella gestione della palla poteva fare meglio. Questi rischiano di essere due punti persi, è questa la realtà, contro queste squadre in casa devi riuscire a vincere, ma se poi non ce la fai bisogna pensare a far bene la prossima». Il discorso scudetto è andato anche quest’anno e Spalletti riconosce i meriti della capolista: «Loro hanno sempre vinto, hanno gestito bene questo momento. E’ facile vincere con i calciatori non forti, mentre vincere con i calciatori forti è difficile, per questo la Juve merita i complimenti. La mia squadra ha buone potenzialità, ogni tanto si innervosisce e ci si trascina nel dubbio continuo, si perdono linee guida e distanze. La squadra è forte, ma nella gestione si deve fare meglio». La rinuncia a Manolas nell’intervallo è stata una scelta tecnica: «Bisognava cambiare qualcosa e servivano giocatori capaci di far ripartire l’azione».

IL CAMBIO NELLA RIPRESA – Con l’ingresso di Bruno Peres al posto del greco ha corretto le scelte iniziali: «Nel primo tempo eravamo sotto ritmo perché ci siamo intestarditi nel cercare di mettere a posto le azioni farraginose in maniera individuale. Abbiamo perso un tempo. Abbiamo fatto girare palla lentamente e loro li abbiamo trovati ordinati, c’è stata poca qualità offensiva. Poi tutta la squadra ha fatto girare palla più velocemente creando difficoltà agli avversari». Il pressing a uomo di Gasperini ha messo in difficoltà la Roma sia all’andata che al ritorno: «Quel modo di giocare ti responsabilizza perché devi vincere il duello individuale, sei dentro l’arena e questo ti carica di più. Nel secondo tempo li abbiamo stanati bene, nel primo un po’ meno perché non si riusciva mai ad andare oltre la linea dei difensori. Nel secondo tempo abbiamo giocato una grande partita, ci sono state due o tre volte in cui non abbiamo chiuso sul secondo palo anche se era abbastanza evidente che la palla sarebbe passata da lì. Abbiamo aspettato di vedere la palla, anziché farsi trovare dove sarebbe arrivata. A quel punto è stato tutto più difficile».

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