Spalletti amaro: «Ne usciamo male. Quando difendono sono “animali”»

La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Bisognerà aspettare la prossima volta. Luciano Spalletti stavolta non ha voglia di cantare e neppure di recitare. Anzi, a proposito di attori, per la a Roma allo Juventus Stadium pare sempre di vedere il solito film, che finisce con la sconfitta dei giallorossi. Comprensibile, perciò, che l’allenatore giallorosso abbia poca voglia di parlare, anche se il primo concetto è doveroso. «Il discorso scudetto sarà aperto finché non ci sarà l’aritmetica a condannarci. Chi è che direbbe: “Arrendiamoci” prima di essere preso prigioniero? Certo, da questa sconfitta ne usciamo malissimo, per recuperare bisognerà essere bravi. Stavolta la Juve è stata migliore, più forte di noi. Hanno avuto più forza nei duelli individuali. Ora avranno la possibilità di gestire con tranquillità il vantaggio».

POCA LOTTA Spalletti è lucido nel giudicare il match. «Volevo arrivare fino al 50’ e poi provare a cambiare la partita. Noi però non sappiamo lottare come loro, per questo potevamo metterla sul piano della velocità. Invece è venuta fuori una partita di duelli e su questo qualcosa ci manca per essere come loro. Quando c’è da lottare forte non siamo all’altezza. Per intenderci, Salah non terrebbe la palla alla bandierina come ha saputo fare Dybala alla fine». Il resto, in fondo, poca roba. «Nella ripresa siamo stati bravissimi a soffocare le loro ripartenze, ma c’è mancata qualità nelle scelte. Siamo stati un po’ arruffoni. Nelle ultime due partite abbiamo finalizzato meno, però non mi preoccupa. Dal punto di vista della personalità, poi, quando siamo andati a pressare, ad accettare gli uno contro uno, i miei mi sono piaciuti, ma l’abbiamo fatto solo quando la Juve era in vantaggio. Certo, ci è mancata anche un po’ di fortuna, in due o tre episodi potevamo fare di più, ma non siamo stati ordinati. Il rimpianto è per i dieci minuti, dove si doveva reggere botta dal punto di vista fisico e non ce l’abbiamo fatta, ma i bianconeri sono degli animali».

SU GERSON E questo porta alla sorprendente scelta iniziale di Gerson. «Lui sulla fascia in Brasile ha giocato spesso, ma l’avevo messo lì non per sfondare bensì per reggere botta, e poi né El Shaarawy né Perotti amano giocare a destra. Non ha fatto male, però dopo l’ammonizione è andato in difficoltà e l’ho sostituito. Comunque non mi sembra che Salah o El Shaarawy abbiamo fatto meglio, nonostante avessero spazio». Rimpianti pochi. La Juve è più forte (ma guai ad arrendersi).

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