Corriere della Sera – Parma, eppur si gioca

Maurizio_Beretta

Nonostante tutto, si gioca. Il Parma torna in campo: domani ospita l’Atalanta; domenica 15, sarà a Reggio Emilia per il derby con il Sassuolo. Fra urla, strepiti, accuse e insulti (il solito pessimo spettacolo), l’assemblea di serie A ha autorizzato uno stanziamento di 5 milioni lordi per garantire la sopravvivenza del club, con pagamento degli stipendi a tecnici e giocatori dal 20 marzo (il giorno dopo l’udienza fallimentare) al 31 maggio (ultima di campionato). Il presidente della Figc, Tavecchio, accompagnato dal d.g. della Lega, Brunelli, ha raggiunto Parma e ha illustrato il piano di salvataggio a Donadoni, ai giocatori e ai rappresentanti dell’Assocalciatori (Tommasi, Calcagno e Grazioli). Poi ha incontrato il sindaco Pizzarotti, mentre la squadra discuteva il piano di salvataggio con i vertici dell’Aic. In Lega il piano era stato votato due volte. La prima sul principio («siete disponibili a studiare quanto serve per aiutare il Parma a finire il campionato?») aveva ottenuto il sì di 16 club (astenuti Napoli, Roma e Sassuolo, contrario il Cesena); il secondo voto, in un clima di caos generale, era legato all’idea di definire una cifra di riferimento (contrari Juve, Napoli e Cesena; Roma e Sassuolo astenuti, tutti per rispetto delle regole), per consentire a Tavecchio (che ha parlato anche di riforme) di avere una certezza in più. I 5 milioni lordi restano di incerta provenienza, anche se il presidente della Lega di A, Beretta, ha parlato del «fondomulte» (molto inferiore) e che «può essere utilizzato per fini solidaristici e utilizzato per il Parma. Da alcuni anni è stato pattuito che venissero accantonati e non ridistribuiti tra le società». Soldi che la Lega è pronta a prestare al curatore fallimentare del Parma, quando il Tribunale dichiarerà il fallimento e verrà concesso l’esercizio provvisorio, indispensabile per il mantenimento del titolo sportivo. Di questi tempi i soldi si trovano (Lotito docet), pur di puntellare Figc e Leghe. L’illustrazione di un piano di difficile applicazione ha aperto un vivace dibattito all’interno della squadra, che non se l’è sentita di respingerlo, ma che l’ha votato con mille dubbi. Ha spiegato Tommasi: «L’incontro non è stato così soddisfacente, ma i ragazzi hanno deciso di scendere in campo e fare il loro lavoro». E Lucarelli: «Non siamo soddisfatti di quello che ci ha detto Tavecchio anche se ci ha fatto capire che ci darà sostegno. Ci aspettavamo la presenza del presidente Beretta, ma andiamo in campo. Cosa non ci ha convinti? Noi vogliamo garanzie al 100% per i dipendenti, ma vogliamo che ci siano i fatti e che cambino anche le regole che hanno permesso di arrivare a tutto questo. Ora valuteremo la situazione domenica per domenica». Beretta ha annunciato che «il modello di controllo della Lega funziona benissimo. Ci sono controlli fatti su alcune voci, ma anche parti di singole attività che non vengono controllate». Il presidente del Coni, Malagò, ha applaudito: «Pur di fronte a una complessa assurdità dell’intera vicenda, sono contento che il Parma torni a giocare. Alla Figc, alla Lega di A, ai calciatori e alle istituzioni locali vanno i miei complimenti per aver fatto in modo che il campionato potesse riprendere la sua regolarità. Personalmente non nutro dubbi sulla professionalità dei calciatori del Parma». Da lunedì il piano salvaParma dovrà essere scritto nei dettagli per essere accettato dal Tribunale.

Corriere della Sera – M. Monti

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