Sibilia, Tommasi e Gravina: chi farà un passo indietro?

repubblica.it (F.Bianchi) – Non manca tantissimo ormai: entro il 14 gennaio vanno ufficializzate candidature e programma per le elezioni Figc che si terranno a Fiumicino il 29 gennaio. Le trattative fra Sibilia, Tommasi e Gravina sono già iniziate ma per ora non c’è alcun accordo. Nessuno dei tre ha intenzione di fare un passo indietro. Sibilia si sente forte del suo 34 per cento e del mandato esplorativo che gli ha dato la sua Lega, quella Dilettanti. Tommasi vorrebbe tanto un calciatore ai vertici della Figc ed è convinto che stavolta sia la volta giusta. Gravina sa che questa per lui è un’occasione d’oro, forse irrepetibile. C’ da mettersi d’accordo su programma e poltrone (fra cui le due vicepresidenze). Le novità sono due: Ulivieri, con il suo 10 per cento, è tornato al fianco del sindacato calciatori. Poi, la Lega Dilettanti sta discutendo con l’Aic: in passato c’era chiusura totale. I calciatori chiedono l’abolizione del vincolo, i presidenti si oppongono. Potrebbero trovare una via di mezzo, anche se è complicato: ora il vincolo è a 25 anni, potrebbe essere abbassato a 23. Inoltre i calciatori avrebbero la gestione del Club Italia, da affidare magari a Costacurta. Infine in “ballo” anche il settore giovanile e scolastico, ma il suo presidente, Vito Tisci, non molla. Una soluzione possibile sarebbe questa, e alla fine, chissà, potrebbe essere anche quella giusta: Gravina presidente, Sibilia vicario con deleghe importanti, ad esempio le riforme e la giustizia sportiva (in questo caso il senatore di Forza Italia non avrebbe “imbarazzi” politici). Il 4 gennaio intanto si riunisce la Lega di A, da mesi ormai senza vertici: difficile sia l’occasione per fare il presidente, di sicuro verrà discusso i bando d’asta dei diritti tv che ai club sta molto più a cuore.

Ma entro il 14 la Lega dovrà rivedersi, quantomeno per dire chi appoggerà, o chi non appoggerà, alle elezioni Figc. Lotito sta prendendo di nuovo potere: ha parlato a lungo con Tavecchio e Gravina, è in buoni rapporti con Sibilia. Lotito dalla sua parte ha un discreto numero di club di A ma non sufficiente per poter imporre la sua linea ai “riformatori“, guidati da Juve e Roma, dai battaglieri Agnelli e Baldissoni. Situazione assai ingarbugliata a Milano: se la Lega di A elegge i suoi vertici prima del 29, allora chiederà di avere il vicario in Figc. E questo può creare problemi di assetti. In più Carlo Tavecchio non ci sta ad uscire di scena: ha conservato la presidenza di Lega Dilettanti Srl e Lega Dilettanti Immobiliare (in tutto meno di 50.000 euro lordi) ma non gli basta. Come commissario della Lega di A si è fatto amici ed estimatori, ma arrivare alla presidenza sembra un po’ arduo. Almeno per ora. Di sicuro, in futuro bisognerà cambiare i “pesi: la Lega di A conta troppo poco per quello che muove, solo il 12 per cento. C’era un progetto, firmato da Andrea Abodi, che prevedeva: Lega di A 20 per cento (con 4 consiglieri), Lega unica B e C 20 per cento (4 consiglieri), Lega Dilettanti 30 per cento (ora 34%), nessun cambio per Calciatori (20 per cento) e allenatori (10 per cento), addio al 2 per cento degli Arbitri (chissà come sarebbe contento Nicchi…). Non sarà facile arrivarci ma c’è la volontà di mettere mano al sistema. Prima, però, il presidente. Già, ma chi? Ricordiamo: in caso di fumata nera commissario scontato. Stavolta non si scappa. Malagò aspetta sulle rive del Tevere

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