Servono i fatti dopo le parole

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Il Messaggero (M.Caputi) – Sono bastati pochi minuti sul suolo capitolino, perché il presidente Pallotta fugasse in grande scioltezza dialettica dubbi e tormenti di critica e tifosi. Mai avuti ripensamenti su Totti, la Roma non vende i suoi giocatori migliori e il fairplay finanziario imposto dalla Uefa non è un problema. Concetti chiari ed inequivocabili. Tutti, a questo punto, compreso Sabatini, possono tirare un sospiro di sollievo. La mossa del “gatto maculato” non è più necessaria.

L’unica variabile, perché indipendente dalla volontà della società, è il futuro con clausola di Pjanic. A un primo impatto, le dichiarazioni di Pallotta sono sembrate in netto contrasto con lo scenario delle ultime settimane. Pensandoci bene, però, tutto potrebbe filare nel migliore dei modi e Pallotta fare un figurone. Ad ore, infatti, sarà annunciato il contratto di Totti, confermato più dalla tifoseria che alla società. Poi c’è la finezza su Pjanic: il presidente ha dichiarato che, al pari di Nainggolan e Ruediger, non lo vuole vendere. Quindi, in caso di partenza, non sarà stata la Roma a mandarlo via. Giusto? E poi: se il fair play non è un problema, perché continuare a parlare, negandole, soprattutto di cessioni? Il tempo è galantuomo e ci dirà come effettivamente si risolveranno le questioni, dalle cessioni ai rinforzi. Su questo tema la figura e la posizione di Sabatini non sono di poco conto. Pallotta è stato sibillino: con lui parlerà solo di mercato. Vuol dire che il loro rapporto funziona e quindi non c’è nulla da chiarire o discutere? Come al solito, sbagliamo noi ad avere cattivi retropensieri.

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