Il Messaggero (A. Angeloni) – Forse questo derby non ci voleva proprio: a Maurizio Sarri, lo ha detto lui, interessa poco la Coppa Italia, un trofeo insignificante, svilito da una formula assurda; Mourinho invece ci tiene per se stesso (un trofeista come lui non può non pensare anche all’obiettivo finale), pur avendo da gestire parecchi guai, dalla rosa che si sta sgretolando, al vero obiettivo che è il piazzamento per la Champions League, fino al Milan, che lo aspetta domenica per una sfida difficilissima, che la Roma non deve perdere. Se Sarri gioca per i tifosi, pensa alla loro libidine, lo Special ha più obiettivi alla vista, non gli dispiacerebbe di certo lasciare la Capitale con un altro trofeo in bacheca, e poi non vorrebbe diventare un uomo derby al contrario, come Francesco Totti tanti anni fa definì Edy Reja.

Domani non si possono fare calcoli come in campionato, il pareggio non esiste, la paura va lasciata da parte. Il derby non si gioca, si vince. Il problema è che va giocato e torniamo alle condizioni non eccezionali delle due squadre, la Lazio non ha Immobile, Luis Alberto sta così e così: la Roma è senza difesa, Lukaku è stanco, Sanches non esiste, la Coppa d’Africa è la distrazione in più. Ma domani, alle 18, tutto sarà dimenticato: la palla scorre, il campo si scalda e chi sta lì dentro non avrà in testa altro se non dominare l’avversario.