Roma, Under e i soliti peccati. Lo Shakhtar fa il ribaltone

La Stampa (G.Buccheri) – I soliti difetti condannano la Roma alla sconfitta nel teatro glaciale di Kharkiv. Niente di irreparabile perché lo Shakhtar Donetsk non è una grande d’Europa, ma il ko per 2-1 obbligherà i giallorossi alla partita perfetta il 13 marzo all’Olimpico. I soliti difetti sono racchiusi in quei minuti di gioco durante i quali la Roma si mette a guardare, stacca la spina e compromette il suo destino. È accaduto anche ieri sera, dopo un primo tempo elegante e concreto: forse troppo elegante perché il punteggio sarebbe dovuto cambiare, in favore dei giallorossi, ben oltre l’acuto di Under. E, invece, niente: attacco spuntato e avversari tenuti in vita.

BUON PRIMO TEMPO – Il momento che segna il vantaggio giallorosso è di quelli d’autore. Perotti per Dzeko e l’attaccante bosniaco si inventa il più delizioso degli assist: vede Under tagliare verso la porta e lo invita alla conclusione vincente. Gol e abbracci: per Dzeko (naturalmente) e per il ragazzo che non smette di incantare. Cengiz ha vent’anni, il futuro in mano così come la Roma di questi tempi. Da quando, di fatto, è uscito dall’ombra è sempre andato a segno regalando ai giallorossi il peso di nove punti in campionato (rete al Verona, doppietta al Benevento, gol all’Udinese) e, ora, al battesimo in Europa ecco il sigillo che manda avanti i ragazzi di Eusebio Di Francesco. La notte gelida di Kharkiv scorre via veloce, molto veloce.  Shakhtar e Roma danno la sensazione di non avere la sensibilità per opporsi con fermezza alle scorribande avversarie: ogni ripartenza, per un soffio, non fa danni. Tutto nasce dalla fragilità di chi dovrebbe controllare le fasce perché è là che gli esterni d’attacco hanno sempre il sopravvento. Fra i romani stecca Florenzi: un problema intestinale lo ha debilitato e tenuto in forse fino all’ultimo, in campo si vede. Dzeko, al netto dell’assist d’oro per Under, è piuttosto spuntato altrimenti la Roma si sarebbe trovata in fuga già dai primissimi minuti (imperdonabile è la leggerezza del bosniaco in almeno due occasioni). Nainggolan e Perotti sono presenti, così come De Rossi, spesso abile a spezzare le geometrie altrui.

RIPRESA IN DIFFICOLTA’ – La notte ucraina resta gelida e, improvvisamente, si mette in salita per De Rossi e soci. Il primo tempo esce dai radar così come gli equilibri di una squadra, quella giallorossa, incapace di rimanere settata sul duello per la sua intera durata. Vizio di stagione, verrebbe da dire. Vizio che permette allo Shakhtar di assumere le sembianze di un gigante: il pareggio è la logica conseguenza dell’avvio di ripresa (stecca ancora una volta Florenzi che dà via libera a Ferreyra). E in cattedra sale il portiere brasiliano Alisson: è lui a negare il raddoppio agli ucraini per ben due volte con due (quasi) miracoli, ma, poi, è lo stesso Alisson, non impeccabile stavolta, a mandare in orbita il connazionale Fred, chirurgico sulla punizione del sorpasso (la conclusione non è apparsa imparabile, anzi). L’ultimo flash è una parata di Bruno Peres, con il piede, sulla linea sul tiro di Ferreyra.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti