Il Fatto Quotidiano – Topolino prende palla

Totti che se la ride con Paperino, De Rossi che fa due palleggi con Topolino. Dalla fantasia al marketing il passo sembra brevissimo per la Roma americana. Così raccontano le indiscrezioni rimbalzate ieri sulle agenzie, finanziarie e non, secondo cui il club giallorosso sta per chiudere un accordo di sponsorizzazione con la Disney. Un’intesa che ai giallorossi varrebbe entrate e tanta visibilità, soprattutto Oltreoceano. Musica per le orecchie da manager dello statunitense James Pallotta, azionista di maggioranza della Roma. Un bostoniano di 54 anni e chiare origini italiane: abilissimo nel settore dei fondi d’investimento (in particolare negli hedge fund), tanto da mettere assieme un patrimonio personale da un miliardo di dollari.

È Pallotta a tirare i fili della Roma a stelle e strisce, molto più del presidente Thomas DiBenedetto. Non a caso, a gestire la trattativa con la Disney è un suo fedelissimo: Mark Pannes, fresco amministratore delegato del club giallorosso e condirettore del Raptor Accelerator, sezione sportiva della società finanziaria di Pallotta, la Raptor Group. Pannes punta a un accordo che aiuti a diffondere il marchio Roma negli Stati Uniti. Magari, anche con iniziative sul club giallorosso nell’Espn Wide world of sports, il complesso sportivo della Disney a Orlando, in Florida. Il binomio tra gli eterni personaggi di fumetti e cartoni animati e i giallorossi potrebbe diventare il piatto forte anche del Cuore Sole Village, parco giochi nei pressi dello stadio Olimpico, inaugurato lo scorso gennaio. Uno spazio che viene aperto in occasione delle partite casalinghe della Roma, dove Topolino e Totti potrebbero attirare migliaia di famiglie con bimbi. Progetti, sui quali per ora non arrivano conferme ufficiali. “Non rilasciamo commenti sull’argomento” , fanno sapere dalla Roma. Precauzione quasi obbligata, visto che il club è quotato in Borsa. Silenzio totale dalla Disney Italia, che ieri il Fatto ha provato più volte a sentire, tramite email e via telefono: senza esito. Ma le verifiche in via ufficiosa confermano che la trattativa c’è, ed è ben avviata. L’accordo dovrebbe diventare operativo tra qualche settimana, quando scadrà il contratto quadriennale tra la Disney e il club inglese Chelsea, partner per le Disney Soccer Series, torneo giovanile che si tiene ogni anno a Orlando.

Ieri il direttore generale giallorosso, Franco Baldini, è partito per Austin, in Texas, sede centrale della Raptor. Rimarrà sino a domenica prossima, per parlare con Pallotta e Pannes della Roma che verrà, sul piano tecnico e commerciale. E di certo il possibile contratto con l’azienda dei sogni animati sarà uno dei temi centrali. Pallotta, che è anche azionista dei Boston Celtics, pluridecorato club di basket, conta molto sull’operazione. Sembra sperarci anche la Borsa italiana, dove ieri il titolo della Roma è schizzato verso l’alto, con un +7,96% che è impennata rara per un club del pallone. Per dare sostanza ai sogni però la squadra dovrà agganciare la qualificazione per le coppe europee. Lontano il terzo posto che vale la Champions League (la Lazio è a +7), l’obiettivo minimo è l’Europa League, per cui  la quinta posizione. La corsa riprende lunedì prossimo contro il Genoa. A Trigoria sperano di recuperare in tempo Totti e De Rossi, ieri usciti prima dall’allenamento per leggeri acciacchi (per il numero dieci, affaticamento al flessore sinistro). Pallotta e i suoi, nel frattempo, cercano anche altri sponsor internazionali. Più che mai necessari, visto che il fair-play finanziario voluto dalla Uefa, che entrerà in vigore da fine 2012, obbligherà le società a tenere i conti in ordine. E allora, per chi vuole comprare assi senza andare in profondo rosso, non resta che trovare munifici sponsor. C’è riuscito il Milan, che due anni fa ha stipulato con la Emirates, compagnia aerea degli sceicchi, un accordo quinquennale da 60 milioni di euro, più bonus vari. D’altronde, nonostante l’appannamento tecnico e di risultati, il calcio italiano piace ancora agli sponsor. Lo conferma il +16% nei ricavi della Serie A dalle sponsorizzazioni delle maglie, per un totale di quasi 69 milioni. Ma l’inevitabilità del marchio ha il suo esempio massimo nel Barcellona. Tradizionalmente refrattario agli sponsor, l’anno scorso il club ha ceduto alla Qatar Foundation, il cui marchio ora compare sulle sue maglie. In cambio, ha ottenuto un contratto da 30 milioni a stagione. Un’offerta troppo ghiotta, anche per il Barcellona dei fenomeni. Perché per rimanere nell’Olimpo del pallone, il denaro serve. Eccome.
Il Fatto Quotidiano – Luca De Carolis

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