La Repubblica (M.J.) – Percorso netto. Quello che la Roma vuole fare in questa Europa League, scacciando i cattivi pensieri del campionato e rincorrendo quel senso di rivincita ben presente nella mente dei calciatori e dell’allenatore. Nessuno lo ammetterà mai, almeno a questo punto della competizione, ma l’obiettivo della Roma è arrivare a Dublino e vendicarsi di quanto accaduto a Budapest.

La chiusura del cerchio perfetta, forse già immaginata dallo stesso Mourinho che a Sky ha sottolineato come gli restino “sei mesi con la Roma”. E in città già si pensa al futuro, tra il fronte compatto pro-Mou e chi vorrebbe un drastico cambio di rotta. Da Conte a Thiago Motta, passando per Gallardo, i nomi accostati ai giallorossi sono tanti. Quanti i mesi che separano la Roma dalla conclusione della stagione, il vero momento che deciderà il futuro tecnico del club.

Champions o non Champions, questo è il dilemma dei Friedkin. E dal bivio europeo passerà il nome del nuovo allenatore della Roma. Nell’attesa domani sera arriva il Servette, per mantenere il primo posto del girone. Dybala non ci sarà mentre Lukaku spera nel turno di riposo. Tra acciacchi e turnover c’è chi sogna l’esordio, come il giovane Joao Costa, esterno classe 2005, aggregato alla prima squadra e fresco di convocazione in Nazionale. Mou lo osserva e ci pensa, dopo gli elogi pubblici di pochi giorni fa.