Roma-Sampdoria 3-0, le pagelle: Wijnaldum formato europeo, Matic guida. Dybala 10 e lode, Abraham inquieto

Pagine Romaniste (R. Gentili) – La sosta è servita. Arrivata alla pausa con il doppio ko contro Sassuolo e Lazio, la Roma reagisce. Impiegando più tempo del dovuto vista la grande mole di gioco prodotta e sempre non sfruttata, i giallorossi ritrovano Mourinho, sinonimo di vittoria.

La Sampdoria, penultima ma arcigna, è superata 3-0. Punteggio stretto per quanto visto, giusto per quanto sprecato – vero Pellegrini e Abraham? – ma fondamentale. Wijnaldum, al secondo tentativo, apre (58′) mettendo in rete il morbido tocco di Matic, già assist man nel palo colpito durante il primo tempo. Gini e Nemanja portano poi il rigore nel finale. Lo conquista l’olandese, ad andare dal dischetto è Dybala: la Joya fa 10, gol in A e lode.

Negli ultimi secondi, poi, la palla geniale di Solbakken è girata di prima e rasoterra da El Shaarawy.I tre punti riportano la Roma in zona Champions: capitolini quarti a 50 punti, come l’Inter,  e speranzosi che il Milan (48 punti) non faccia risultato questa sera a Napoli.

LE PAGELLE

Rui Patricio 6,5 – Il rientro al lavoro non è di quelli impossibili. Sbriga con sicurezza le due pratiche affidategli da Cuisance e dalla punizione di Gabbiadini.

Zalewski 6 – Snobba spesso la praticità, scegliendo non sempre la soluzione più facile. Nessuna conseguenza, come – purtroppo – nemmeno dopo il tiro battente a fine primo tempo: Pellegrini non ribadisce a rete.

Smalling 6,5 – Da subito presente oltre fronte, nei tumulti offensivi è protagonista principale. Non si dimentica dei compiti primari, svolti egregiamente.

Llorente 6,5 – Prima da titolare anche in Serie A, questa volta prosegue pure nel secondo tempo. Perfetta ombra di Chris, lascia pulito la zolla. Dopo aver propiziato un fallo davanti all’area per un tocco di mano è ancor di più protagonista: il colpo di reni di Ravaglia gli nega il gol.

Spinazzola 6 – Spinge, ma la spi(n)a non si accende quando deve scegliere. Gestisce male le due discese più promettenti: una per mancata pulizia in corsa, l’altra per inutile fretta. Poteva aspettare, cerca subito Abraham gettando la ripartenza. Per sua fortuna il gol mancato davanti alla porta sarebbe stato annullato.

Wijnaldum 7,5 – La Roma benedice la sosta, Gini anche. La forma è migliorata, fa di tutto per evidenziarlo: recupera, pressa, crossa ed aiuta ovunque. Non è ricambiato dalla sorte: si affretta ad anticipare l’ottimo Ravaglia in uscita, il morbido tocco finisce sul palo. Quello con la testa nella ripresa, invece, lo batte e porta la Roma in zona Champions.

Matic 7,5 – Signore del centrocampo, esibisce una saggezza unica. Calmo, ricorrendo alla semplicità domina la mediana. Crea l’azione in cui la Roma va più vicino al gol, il tocco per il palo di Wijnaldum, poi nel secondo tempo replica: questa volta la palla entra ed è 1-0. Non c’è due senza tre: propiziano anche il rigore.

Pellegrini 5,5 – Dettosi rammaricato per il magro bottino collezionato sin qui, a fine primo tempo la respinta di Ravaglia gli presenta la chance di riscattarsi: gli calcia addosso. (Dall’80’ Solbakken 6,5 – Che non passi inosservato l’assist).

Dybala 7 – Non nervoso, ma nel primo tempo è meno calmo del solito sì. Probabilmente per via del jet lag e della stanchezza accumulata. La palla lenta ed orizzontale al 20’ espone Spinazzola all’ammonizione per fermare Leris. Gli basta però muovere il busto – alla mezz’ora – per scompaginare la difesa doriana. A tutto campo nella ripresa. Dipinge come un dieci, la quota di gol che raggiunge con il rigore nel finale.

El Shaarawy 7 – Lo chiami in causa e ti porta freschezza, voglia, rapidità e profondità. È colui che gira per primo la chiave dell’accensione del motore giallorosso con tiri sì imprecisi ma costanti. Simil seconda punta, Spinazzola e Pellegrini beneficiano di due intuizioni di fattura. Elevatissimo il gol che sigilla.

Abraham 5,5 – A due mesi dall’ultima volta, scarta di nuovo la scatola dove trova il biglietto per entrare dal primo minuto. La frenesia, quando ci si vuole mettere in mostra, non è la miglior alleata. Rischia già il doppio giallo nei primi otto minuti: Irrati sorvola sul primo episodio, lo punisce al secondo. Il nervosismo accumulato, ed il giallo, non lo aiuta nel controllo in due situazioni interessanti, soprattutto quella in area: stop di petto, non alza il piede sulla palla alta pur essendo in colpa.
Lavora bene come sponda, male come centravanti. Ad inizio secondo tempo non trova una ribattuta facile davanti alla porta. E la sentenza di Mou (“Non ha la stessa mentalità forte di Belotti”) pesa. (Dal 60’ Belotti 6 – Avrà pure la mentalità più forte di Tammy, ma parte dalla panchina. Serve recuperare il collega, lui nella mezz’ora disponibile congela il risultato, affacciandosi timidamente al primo gol in A da romanista).

Mourinho 7 – Riabilitato a sedersi in panchina, prende di nuovo in mano la Roma disegnandola con la difesa a 4. L’assetto teoricamente più offensivo non trova conferme sul campo. Il must si ripete: tante le occasioni create, tutte aleggianti nel vuoto. Serve che la Samp dell’amico Stankovic – alzando il braccio come un condottiero ha placato i cori contro l’ex centrocampista – perda una pedina (Murillo) per trovare il gol. Quello che più contava, però, è arrivato. E non proprio col minimo sforzo.

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