Il Corriere della Sera (D. Stoppini) – Pare di vederlo, Gasperini. È lì con i suoi strumenti di laboratorio che cerca la formula perfetta per la Roma, che prova e riprova, fa e disfa, cuce e ricuce. E sa pure lui che perfetta non sarà mai, questa squadra. Ma intanto è prima in classifica alla pari del Napoli, merito di un percorso netto fuori casa che annulla i guai dell’Olimpico.

A Reggio Emilia contro il Sassuolo è arrivato il quarto successo esterno su quattro partite: un altro 1-0, la firma di quel Paulo Dybala chiamato all’interrogazione il giorno prima dal suo allenatore: «Da lui voglio i gol e gli assist». L’interrogazione è andata benone: rete 201 in carriera per l’argentino (la prima su azione in Serie A di tutto il 2025) e una presenza costante dentro la partita, riempita di giocate e personalità.

Lo scacco matto di Reggio Emilia è figlio di un libro di storia aperto e ripassato: Cristante, che proprio a Bergamo da ragazzo faceva il trequartista (e finiva la stagione in doppia cifra), schierato dietro la coppia inedita Dybala-Bailey, un po’ per schermare Matic, un po’ per trovare una soluzione sul gioco aereo, un po’ per giocare sugli inserimenti in area. E così è nato il gol che ha deciso la partita: pallone di Dybala nello spazio per Cristante, conclusione ribattuta da Muric e poi destro vincente della Joya a porta vuota. Sorriso di Gasp, esperimento riuscito. Nel secondo tempo, fuori i due migliori e pure Bailey, la Roma ha rischiato giusto su una girata sballata di Pinamonti sotto porta, ma poi ha sfiorato ripetutamente il raddoppio con Wesley (due volte), Pellegrini (due anche qui, compreso un palo) e Celik di testa.