Corriere della Sera (P. Cento) – Il Bologna come lo Slavia Praga. Domenica mi è sembrato di rivedere la stessa partita di una squadra che quando deve dare continuità ai risultati positivi si perde con la testa, e soprattutto nel gioco. Le assenze pesanti di Dybala Lukaku si fanno sentire, ma a Bologna si poteva vincere anche senza di loro: altrimenti vuol dire che la campagna acquisti ha portato nella Capitale un grande campione e tanti, troppi, giocatori a fine carriera. Come sempre, però, dalle delusioni bisogna ripartire e rialzarsi. Bisogna ripartire innanzitutto da questi splendidi tifosi che da due anni, ininterrottamente, riempiono l’Olimpico e ogni settore ospiti in trasferta.

Ha fatto bene Mourinho ad andare ad omaggiarli e a ricordare il sacrificio anche economico dei tanti che ogni domenica seguono la squadra al di là delle vittorie e delle sconfitte. E poi bisogna ripartire proprio dall’allenatore. Ha sbagliato anche lui tante volte, ma per un attimo proviamo ad immaginare la nostra Roma senza Mourinho in momenti come questi. Dopo la sconfitta col Bodo/Glimt in Conference League, ad esempio, si sarebbe sfasciato tutto come troppe volte è accaduto nella nostra storia. Quindi Mou è il punto fermo da cui ripartire per questa stagione, che è tutta da combattere ancora in campionato, in Coppa Italia e soprattutto verso Dublino, dove si giocherà la finale di Europa League.

Chi ama la maglia della Roma nei fatti e non a parole si faccia avanti in campo: giovani e meno giovani, bravi e meno bravi, guardatevi negli occhi. Stringiamoci forte, tutti. Anche la proprietà deve farsi sentire: il silenzio dei Friedkin è oro, ma ora abbiamo bisogno di uno strappo in positivo. Non lasciare Mourinho da solo, non lasciare i tifosi senza un disegno per il presente e il futuro. L’ingiustizia che abbiamo subito a Budapest ci pesa ancora, così come il silenzio delle autorità sportive italiane incapaci di difendere la Roma nel torto subìto. Per questo non ci dobbiamo rassegnare, c’è tutto il tempo per riprendere il cammino.