Roma, la testa altrove: conta solo Manchester. Il Cagliari vede la luce

La Repubblica (M. Pinci) – Se vincere aiuta a vincere, la Roma ha decisamente fatto male i propri conti. Come un giocatore arrivato all’ultima mano di una nottata estenuante, Paulo Fonseca ha deciso per un all-in sulla ruota di Manchester, ma è un azzardo che può lasciarlo senza una sola moneta in tasca: la sua squadra, condizionata dall’obiettivo unico di vincere l’Europa League per tornare a giocare la Champions, dopo la sconfitta per 3-2 di Cagliari, la quarta nelle ultime 7 giornate, rischia di non partecipare nemmeno alla nuova Conference League, la coppetta di consolazione voluta dall’Uefa.

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Manchester è troppo importante per noi“, l’arringa di Fonseca, quasi per espiare il peccato originale di aver offerto al Cagliari la partita scegliendo una squadra senza sei titolari. La Sardegna Arena trasformata in un training center, i novanta minuti come occasione di rodaggio, senza nemmeno fingere che così non fosse: “Era importante offrire dei minuti a Smalling e Spinazzola“, indispensabili visto che dietro mancherà Mancini e che sulle fasce le alternative sono un disastro.

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La squadra è fatta, tornerà Dzeko, ieri a riposo perché anche solo l’ipotesi che possa saltare il viaggio inglese è un rischio inaccettabile. Il vero problema di Fonseca è che i migliori a cui immaginava di affidarsi, nonostante il riposo che continua a concedere loro, sono lontani da una forma accettabile: Mkhitaryan e Veretout, dopo gli infortuni di marzo non sono ancora tornati al livello che ne aveva fatto il perno della squadra in inverno.

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