Il Messaggero (A. Angeloni)“Mi piace questa definizione: squadra di banditi”, ammette Daniele De Rossi. José Mourinho la sognava una squadra di “banditi maleducati”, ma per lui non lo era, e questo era un problema. Perché, specie lontano da Roma, mostrava una personalità leggera. A De Rossi piace quella definizione mourinhana, del resto in campo lui era il primo dei banditi, e da allenatore, chissà. E la squadra? Non è cambiata, è sempre quella lì: bravi ragazzi, con poca personalità? I dati in trasferta non sono cambiati, nelle ultime tre uscite, sono arrivate tre cadute, Bologna, Juventus e Milan (ultimo successo, il 3 dicembre a Reggio Emilia con il Sassuolo).

Ma la percezione è diversa, almeno nelle dichiarazioni del nuovo manager giallorosso, che assicura come la squadra abbia “personalità, e non si spaventa a giocare in trasferta”. Un modo per responsabilizzare il gruppo alla vigilia del viaggio a Salerno, dove la Roma cerca una nuova continuità. De Rossi ritroverà l’amico Pippo Inzaghi, con cui ha vinto un mondiale e il ds Walter Sabatini, tentato qualche anno fa – quando dirigeva le operazioni di mercato della Roma – a incassare per Daniele qualche milionicino dalla Premier, ma poi quel gol a Livorno cambiò gli scenari, riscrivendo un’altra storia.