Roma-Juventus 3-4, le pagelle: suicidio di massa, Ibanez e Smalling vuoti. Pellegrini crea e distrugge

Pagine Romaniste (R. Gentili) – Una Roma pazza in una partita pazza. In vantaggio di 3-1, in 10 minuti i giallorossi subiscono la rimonta (3-4) dalla Juventus. La corsa Champions degli uomini di Mourinho subisce una brusca – forse decisiva – frenata.

L’approccio è di quelli giusti. La Roma attacca subito, mette la Juve alle corde e la colpisce al 10’ su angolo con Abraham. Ripreso il centro del ring, i bianconeri di Allegri – squalificato, a guidarli Landucci – ricambiano e sferrano il colpo del pareggio con la perla di Dybala. In una botta e risposta generale, si arriva a fine primo tempo.

La ripresa riprende con lo stesso incipit del primo tempo. Il possesso è di marca giallorosso. Arriva il doppio vantaggio: il tiro di Mkhitaryan trova la deviazione fatale di De Sciglio che sorprende l’ex Szczesny. Il polacco deve poi inchinarsi alla punizione capolavoro di Pellegrini. La strada sembra spianata. Ma arriva il vuoto in cui cade inesorabilmente la Roma. Ci finisce da sé, venendo affossata dal rapido tris – in dieci minuti – di Locatelli (70’), Kulusevski (72’) e De Sciglio (77’).

Rui Patricio non è reattivo in nessuna occasione, forse condizionato dal dolore alla schiena. Ibanez continua la discesa intrapresa a San Siro: confusionario ed in affanno dall’inizio, entra in tre gol. Bianconeri però. Cristante e soprattutto Smalling reggono fin quando riescono. Esordio non da buttare per MaitlandNiles, Veretout si inceppa dopo aver partecipato a due reti. Vina non soffre, ma è timido in avanti.

Pellegrini prima ammalia con una punizione da cineteca, poi però annulla tutto calciando male il rigore nel finale, sbagliando anche la ribattuta. Felix fastidioso tutto il tempo, è tra i migliori. Lo è anche Abraham. I subentrati – Shomurodov e Perez, Mayoral entra a due minuti dalla fine – non hanno il giusto tempo per incidere. Ci prova l’esterno spagnolo, senza nulla ottenere.

LE PAGELLE

Rui Patricio 4,5 – Lento, lentissimo a cercare rimedio ai 5 tiri totali che gli arrivano. Ha comunque l’attenuante del dolore alla schiena, non cosa da poco per un portiere. Errori anche tecnici, i soliti: salta sul posto e manca apertura col destro.

Smalling 5 – Evita ogni patema d’animo con anticipi e scivolate puntuali: da quella su Chiesa prova anche a mandare Felix in profondità con l’esterno. Sempre in avanti, si fa sentire soprattutto sui corner: prima fa una sponda di testa per Abraham, che poi quasi gli para la girata a fine primo tempo. Tiene tese le corde della difesa anche nella burrasca fino a quando crolla anche lui: tiene in gioco Kulusevki per il pareggio, leggero l’intervento sul 3-4.

Cristante 5,5 – Sta a lui occupare il centro della difesa data l’assenza di Mancini. È sempre applicato l’impegno in costruzione, di potenza e dalla distanza il tiro da fuori area che non impensierisce Szczesny. Cala nella ripresa, nella ragione e nelle geometrie ed in copertura. Lento a chiudere Chiesa, così come sul 3-2: accenna il salto sul traversone di Morata, che trova Locatelli, posizionato dietro di lui. Ammonito per aver messo sulla faccia di Dybala la mano, salterà il Cagliari. Mezzo voto in più perché è l’ultimo ad alzare bandiera bianca.

Ibanez 4,5 – Prova ad accodarsi alla partita di Smalling, ma  ne perde la scia. Frettoloso quando deve cucire l’uscita, funambolo invece in mezzo a due avversari, che lo braccavano sulla linea laterale. In ritardo sul tiro di Dybala, scivola troppo presto sul raddoppio e ci mette del suo nel pareggio, così come nel 3-4: il piede messo per provare a bloccare De Sciglio è messo così, tanto per.

Maitland-Niles 5,5 – L’arrivo, di due giorni fa, coincide con la squalifica di Karsdorp. Mou coglie l’occasione e non perde tempo per metterlo titolare. L’esordio non è da incorniciare, forse da dimenticare qualcosa. Un primo approccio dignitoso. Non si tira indietro quando vede lo spazio davanti, lo fa sul pareggio: non segue la sterzata al centro di Chiesa e si stacca, l’italiano trova il giusto corridoio per Dybala. Si ripete sul 3-2: lascia Locatelli ibero di staccare.

Veretout 5 – Vuole cancellare l’errore dal dischetto dell’andata. Ci riesce, per un tempo. Abraham deve ruotare di poco la testa per siglare il vantaggio. Anche il sorpasso parte da lui, rapido nel pensiero e nell’esecuzione a verticalizzare per Pellegrini. Si fa valere anche nei contrasti, collezionando ottimi recuperi. Dopo il raddoppio diminuisce i giri fino a spegnersi. C’è nei gol giallorossi, anche in quelli bianconeri. A spasso e poi in ritardo (non intercetta per una questione di centimetri l’assist a Dybala). (Dal 78′ Perez 6 – Almeno ci prova, anche se non trova fortuna).

Mkhitaryan 6 – De Sciglio gli corregge il tiro trasformando nel perfetto balletto del raddoppio. Cancella così un primo tempo che lo aveva visto tra i meno brillanti.

Pellegrini 5,5 – È in due gol, uno per parte. Nel primo tempo lo smalto non c’è. Sbaglia diverse decisioni: a fine primo tempo Veretout era solo al limite dell’area, il capitano calcia contro la difesa bianconero; De Ligt orchestra il pareggio dopo che lo ha superato con una giocata di tacco e di spalle. Ritrova tutto negli spogliatoi: tocca con i giusti tempi per Micki prima di colorare la partita con un’altra perla su punizione. Rovina il dipinto spargendo una dose di nero: va dal dischetto, con Szczesny già a terra – e scivolando – calcia basso. Manca anche la ribattuta.

Vina 5,5 – Sulle sue offensivamente, non soffre le incursioni mostrando costante attenzione. Un paio di recuperi davanti l’area sono provvidenziali. Sparisce nella ripresa, rendendosi connivente nel 3-3.

Felix 6 – Caparbio, sfiorando le vette dell’incaponimento. È così che guadagna l’angolo del vantaggio: sbaglia il controllo, colpisce Cuadrado, avversario spinoso per tutta la partita. Semina confusione in avanti, la stessa che ha in testa nel momento di scegliere la giusta giocata. Conquista la punizione che Pellegrini trasforma, poi esce. (Dal 72’ Shomurodov 5 – Approccia in modo blando e si fa imbucare sul 3-2. Tutto quello che non serviva in una gara del genere).

Abraham 6 – Il primo tentativo di testa è lento, il secondo anche ma basta per siglare il vantaggio. Alla mezz’ora a destra ha una prateria, non vista, e ritocca per Pellegrini. Scende per legare i reparti e guadagnare palloni puliti. Conquista il rigore.

Mourinho 4,5 – È la sua sconfitta. Una squadra che sul risultato di 3-1 incassa 3 gol in sette minuti ha ovvie e gravissime lacune, tecnicamente, tatticamente e soprattutto mentalmente. Proprio questo aspetto sorprende di più. Se già sul piano del gioco il suo marchio era invisibile, lo è ancor di più su quello che dovrebbe essere il punto di forza. Oggi non regge nessun alibi, c’è solo da fare un grande mea culpa e tamponare prima che l’emorragia si diffonda ovunque.

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