Roma-Inter 0-2, le pagelle: Spina lenta, Ibanez diabolico. Spirito Bove, Pellegrini Fidelis

Pagine Romaniste (R. Gentili) – Presentarsi a quello che in tutta probabilità è l’ultimo ballo del campionato per prendersi il biglietto Champions con terze linee titolari e una condizione fisica demoralizzante. Ricomposta alla bene e meglio tra assenze e giocatori che non convincono, nella fermata direzione Champions il treno Inter passa e si prende i tre punti. Un gol, alla mezz’ora (33’), è ciò che per Inzaghi rappresenta il salto per acciuffare il Milan, vincente (2-0) con la Lazio.

Entrambe a pari punti (63), la Roma osserva dal posto più basso delle inseguitrici. I giallorossi, alla vigilia dell’andata della semifinale di Europa League – giovedì alle 21, sempre all’Olimpico –  sono settimi a 58 punti. C’è anche l’Atalanta, protagonista del lunch match domenicale con la Juve.

Il primo tempo è in perfetto equilibrio, almeno nel dominio. La prima parte è giallorossa. Il solo Pellegrini si sobbarca gli sforzi offensivi, andati poi dalle parti di Rui Patricio. Si comincia con i tentativi di Calhanoglu, aggressivo e mai punito, per arrivare alla stoccata decisiva. Tagliente il cross raso di Dumfries, lisciato da Lukaku ma perfetto per l’arrivo di Dimarco.

Nella ripresa si parte con qualche tentativo in più. È Ibanez ad ottenere il più ghiotto: una girata di prima in porta, alzata però su dal vivo Onana. Il brasiliano è poi di nuovo protagonista nella parte finale. E non in positivo. Un suo controllo ciancicato porta Lukaku davanti a Rui Patricio per il raddoppio. E l’Inter passa in casa, come fa dal 2016.

In difesa si vede soprattutto Mancini: Cristante perde Lukaku sul gol e, in generale, è più in affanno; Ibanez pasticcia. Matic regge il centrocampo, Belotti dovrebbe fare lo stesso con l’attacco ma non aiuta.

LE PAGELLE

Rui Patricio 6 – Di bianco vestito, va in alto interrompendo fuochi che si accendono. È in basso, però, che sorgono i problemi. Come quel passaggio mal dosato al 25’, poi il gol di Dimarco: segue l’azione, schiacciandosi troppo in porta. Lukaku, davanti a lui, lo fredda.

Mancini 6 – Vigor Lancio. Duella con Lukaku, che con lui non la vede facile. Ammonito per una scivolata su Calhanoglu, la mano al quarto d’ora è invece lunga il corpo. Come il titanio, non viene scalfito da nessun tipo di perturbazione. Si usura col tempo.

Cristante 5,5 – Ad acque calme non si muove dal centro della difesa, governata nonostante gli scatti grattacapo di Lukaku. In affanno con l’accrescere del volume di gioco interista, lascia scorrere il cross che giungerà poi da Dimarco.

Ibanez 4,5 – Recidivo. Altro errore, decisivo, in un match altrettanto importante. Forte, in uscita e dietro. Sfiora il giallo, così come il gol – di testa, ovviamente – dopo il vantaggio. È poi Onana ad alzare sopra la traversa il bel tiro sugli sviluppi di un angolo. Sporca tutto con il controllo che permette a Lukaku di raddoppiare.

Zalewski 5 – Un po’ come Spinazzola, non conferma le buone iniziali impressioni. Appoggia per Pellegrini appena il contestato Maresca dà il via, favorisce la rete nerazzurra: stenta a tenere la posizione, insidiata da Dimarco, perso completamente.

Matic 6,5 – Il piano di lavorazione ha sempre qualche imprevisto, cui però con l’immane saggezza sa rimediare. Partita di polso quando esce dall’affollato centrocampo, di sopraffina saggezza tattica quando tiene posizione.

Camara 5,5 – La sorpresa che Mourinho estrae dal cilindro. Affidabile quando c’è da rompere, rivolgersi altrove se si è in cerca di qualità. Nei tumulti di ripresa di fine primo tempo, in un giro di lancetta ha due possibilità: il piede rigido si palesa con stop maldestro che quasi aziona contropiede, tiene palla subito dopo ma pensa troppo su cosa fare.

Bove 6,5 – Trovata la stabilità, è un uomo in più quando c’è da affondare e proteggere. Lucido, si muove anche dove non serve. Un suo cross carambola sulla mano di Darmian: tutto regolare per Maresca.  (Dal 71’ Dybala 6 – “Magari 10 minuti ce l’ha”, ha professato Mou. Serve doppio lavoro, quindi entra – da diffidato – a venti dalla fine. Un soffio di vento all’inizio con l’angolo guadagnato, segue calma).

Spinazzola 5 – Radioso nell’alba, poi le nuvole. Veloce ma impreciso a crossare, da quel passaggio sbagliato in alleggerimento (25’) si apre l’altra fase della partita. Se ha scombinato di poco la fascia destra, quando viene attaccato da Dumfries entra nel pallone, che consente all’olandese di mettere in mezzo. Qui vi si imbuca ad inizio ripresa: perché non calciare con tutto quello spazio che chiamava la conclusione?

Pellegrini 6 – Coordina e firma i primi, ed unici, tiri al bersaglio, mai trovato per deviazioni o centimetri. Chi lo attacca, Calhanoglu in particolar modo, non vede mai il giallo. Va spegnendosi.

Belotti 5 – Mou prevede battaglia e nel fronte offensivo schiera il fedele soldato. Non lo ripaga, tornando con sole ferite. Nessuna sponda, complicata dal trattamento studiato ad hoc, è giocabile. L’ultima palla di primo tempo non la trova per centimetri. E le restanti per stanchezza. (Dal 75’ Abraham 6 – Un quarto d’ora in cui tutto si fa più complicato dal gol di Lukaku)

Mourinho 6 – Pezzi di Roma, con cui è costretto a disegnare un puzzle per non spegnere del tutto il già tenuo lumicino del biglietto Champions attraverso il campionato. Si scompone tutto quando la differenza fisica è evidente.

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