Roma, incognita De Rossi: a Barcellona non giocherà

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Repubblica.it (M.Pinci) – A 48 ore dal match del Camp Nou De Rossi è ancora un’incognita. Davanti al terzo attacco d’Europa, quello delle stelle Suarez e Neymar, la Roma rischia di dover rinunciare ancora a uno dei suoi muri di centrocampo. Proprio quando una difesa da 1,5 gol subiti a partita ne avrebbe più bisogno. Intanto a Bologna la squadra ha scoperto un nuovo leader: certificato dai gradi.

DE ROSSI CONVOCATO, MA NON GIOCHERÀ – Una cosa pare certa: Daniele De Rossi sarà tra i convocati per Barcellona. Eppure le speranze di vederlo in campo sono ridottissime. Anzi, Rudi Garcia è fortemente orientato a lasciarlo in panchina. I motivi sono semplici: il dolore alla coscia sinistra, figlio di una contusione molto forte rimediata a Leverkusen, un mese fa, gli dà ancora fastidio, lo condiziona nei movimenti e non gli consente di essere brillantissimo. In più è diffidato, e per la Roma – a meno di una vittoria almeno improbabile alla vigilia – la gara vera ai fini della qualificazione rischia di essere l’ultima del girone, il 9 dicembre all’Olimpico contro il Bate Borisov: perdere o pareggiare contro il Barça, se il Bayer vincesse contemporaneamente con i bielorussi, non farebbe differenza alcuna. L’allenatore non può non tenerne conto nell’ottica di gestione di un organico reso cortissimo dagli infortuni. Anche se rinunciare a De Rossi vuol dire esporre ancora di più la retroguardia, tra le peggiori degli ultimi vent’anni di Roma: in questa stagione, 25 gol subiti in 17 partite ufficiali, una media di quasi un gol e mezzo ogni 90 minuti. Il Barça di Suarez e Neymar, forse anche di Messi, in queste condizioni fa ancora più paura.

FLORENZI CAPITANO: “SORPASSO” SU KEITA – In molti non ci hanno fatto neanche caso forse. Nel gruppo giallorosso, al contrario, la scelta ha avuto un peso specifico non indifferente. Il pantano di Bologna ha segnato un’incoronazione: quella di Alessandro Florenzi a terzo capitano della Roma. Per carità, la fascia l’aveva indossata già contro l’Udinese all’Olimpico, a San Siro con l’Inter e a gara in corso a Firenze. Per la prima volta però nelle gerarchie di spogliatoio ha scavalcato nientemeno che Seydou Keita: fino all’anno scorso, ma anche nella prima di campionato a Verona, era sempre toccato al maliano indossare i gradi quando mancavano Totti e De Rossi. Ora Garcia ha voluto premiare la crescita dell’esterno, diventato un punto fisso della Roma, ma anche della nazionale di Conte. A Barcellona, così, toccherà ancora a lui la leadership – almeno quella istituzionalizzata – della Roma, proprio davanti all’idolo Dani Alves: “Ma Alessandro è già più forte di lui“, giura il ds Sabatini. In 90 minuti, Florenzi proverà a dargli ragione.

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