Pagine Romaniste (R. Gentili) – Ai quarti con Joya. Sofferta. Roma vivace, propositiva ma ancora imbrigliata nel grande nodo: l’assenza di concretezza. Non bastano due mani per conteggiare le occasioni dai tanto amati piazzati – 16 i soli angoli – non sfruttate. C’è anche la sfortuna – o non totale precisione, dibattito sempre aperto – che si mette di traverso. Quella, all’incrocio, colpita da Pellegrini su un invito a nozze del gigante Matic. Il capitano è protagonista del cambio di ritmo.
Resta negli spogliatoi per problemi fisici, cede la fascia a Mancini – che gran solidità con Ibanez – e il timone a Dybala. Paulo raccoglie, come ha fatto col premio consegnato prima della partita. Fa le prove appena entrato, Martinez – omonimo del compagno d’impresa con l’Argentina – lo invita a presentarsi più tardi. Rispetta il patto e dieci minuti dopo lo supera con un secco tiro sul primo palo. La Roma passa il turno e si prepara ottimamente per la Fiorentina, aspettando una tra Napoli e Cremonese.
LE PAGELLE
Rui Patricio 6 – Segue con lo sguardo il tiro di Yalcin, l’unico che nel primo tempo passa dalle sue parti. Comodi gli interventi nella ripresa.
Mancini 7 – La parte di destra si scopre e mette una coperta, allungata anche al centro con un’ottima diagonale. Animato da spirito di iniziativa, la prende spesso facendo sorgere trame interessanti.
Kumbulla 6 – Riemerge dai meandri di Trigoria e si posiziona al centro della difesa. La polvere accumulata ci mette un po’ ad andar via: i diversi colpi di Coda lo aiutano. In ritardo nei primi timidi accenni di anticipo, quando arriva il monito di un imminente giallo raccoglie compostezza. Dei tanti angoli del primo tempo (9) prova a trarre qualcosa con costante presenza, quasi ci riesce con un (semi) assist nel finale ad Abraham.
Ibanez 7 – Per riposare ci sarà tempo domenica, quando assisterà da squalificato alla partita con la Fiorentina. Oggi dà il massimo ed è impeccabile. Riprende il possesso o con il fisico o con scivolate puntuali.
Zalewski 6 – Passa al binario di destra e trova più elettricità. Calibra due cross apprezzabili ma non allegando le giuste coordinate. Pellegrini gli lascia in consegna i calci piazzati: non rispetta le indicazioni. (Dal 75′ Celik 6 – Apprensione, ma non rischia mai di compromettere il passaggio del turno, anche quando non è attento e concede la rimessa nel recupero).
Bove 7 – Il nuovo anno gli regala la titolarità. La onora con propositività e vigore, anche troppa come manifesta il giallo ricevuto. Mette però per tre volte al momento giusto il bastone nelle ruote del Genoa quando si stanno per attivare, una volta anche grazie a lui. (Dal 62’ Cristante 6 – Scacciaguai, entra e Dybala segna. Collabora a proteggere la qualificazione recuperando palloni e mettendo ordine).
Matic 7,5 – Tiene ferma la (s)quadra e gira la riga per disegnare le linee che i compagni non sempre riescono a tracciare per intero. Quasi vi riesce Pellegrini, che trova il solo incrocio a negargli il gol su un suo assist intelligente, aggettivo da utilizzare per la partita nel suo intero.
El Shaarawy 5,5 – L’avversario che si trova di fronte non può essergli indifferente. Lo è la gara, anonima e con pochi spunti. Il migliore? Il “salvataggio” di una rimessa laterale dopo la scivolata di Ibanez. (Dal 62’ Spinazzola 6 – Prima del 2023, cerca i vecchi fasti ma il grande ex Strootman – accolto come se il tempo non si fosse fermato – gli sbarra la strada).
Pellegrini 6,5 – La mezzala mascherata, prolunga le idee di costruzione di Matic. Con un assist intelligente del serbo, accarezza il vantaggio, sogno scacciato dall’incrocio dei pali. Siamo alla mezz’ora, praticamente l’ultima parte in cui è attivo. Decelera il passo, si tocca le cosce e lascia i piazzati a Zalewski per poi cedere il posto a Dybala. (Dal 46’ Dybala 8 – Giù il cappello, come fa per festeggiare. Premiato prima dalla partita dallo stesso capitano, e da Bruno Conti, per la vittoria del Mondiale, lo sostituisce. Martinez, omonimo del portiere con cui ha superato la Francia, allega nel file degli interventi ben fatti quello sul sinistro pronto ad accarezzare l’interno del palo. Perde una palla che regala la chance più importante al Genoa, rimedia alla sua maniera: spalle alla porta, si gira e si dirige sulla sinistra da dove, con 4 ad inseguirlo, batte il portiere genoano).
Zaniolo 5,5 – Sputa fuoco, e (male)parole, come un Dragusin. In duello con il romeno dall’inizio, le pochissime cose che gli riescono non lo allontano dal nervosismo cronico, certificato dalla puntuale ammonizione. (Dal 87′ Tahirovic sv – Un tiro, per farsi vedere ancor di più).
Abraham 6 – Si gira, in precario equilibrio e di prima intenzione prova a trasformare il pallone infiocchettato da Pellegrini. Fa a sportelliste, come con Czysborra alla ripresa, ma è di aiuto.
Mourinho 6,5 – Siede per la prima volta nel 2023 in panchina. Squadra che costruisce di più, pur concedendo ampio spazio a tentativi mai sfruttati al Genoa. Come fa la Roma, incapace di materializzare il grande costrutto – ben 16 gli angoli – se non ricorrendo a Dybala. A quanto pare, però, chi c’era prima non era sufficiente per superare i rossoblù di Gilardino, terza forza in B.