La Roma in campo ha due “uomini” in più: i suoi tifosi e il tutti per uno

Curva_Sud_Roma

La Roma dei record ha tanti segreti, tutti racchiusi nelle doti del nuovo mister francese. Tralasciando i meriti  tecnici di cui si è già tanto parlato, va sottolineato un aspetto che nelle otto meraviglie giallorosse ha fatto la differenza:  il carattere e la disciplina, elementi imprescindibili per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo.

L’anno scorso, quando andava tutto male, si notava la svogliatezza e l’approssimazione di chi stava in campo, forse perché non si condividevano le scelte del mister, della società e del gruppo non più inteso come tale, cose che comunque non dovrebbero influenzare dei veri professionisti.

Oggi la Roma invece  è un corpo unico, che conta sì sul talento e le qualità dei singoli, ma che ha come primo credo l’armonia di squadra. Lo spirito che ha trasmesso  ai suoi Rudi Garcia, che come aveva detto in tempi non sospetti il ds Sabatini: “ama le squadre che allena”, traspare in ogni esultanza, in ogni festeggiamento al termine delle partite, sempre tutti uniti alla ricerca dell’abbraccio dei tifosi.

Ci sono episodi emblematici della grinta ritrovata, ma anche del fatto che nessuno deve essere inteso come indispensabile, neanche Garcia stesso. La Roma infatti rimane compatta quando contro la Sampdoria viene allontanato dalla panchina il sergente francese e non si sgretola nemmeno quando nel big match con il Napoli,  ancora sullo zero a zero al 33’ del primo tempo, il capitano infortunato deve abbandonare il campo.

Poi ci sono altre reazioni, quelle che testimoniano la trance-agonistica vissuta dalla squadra nei novanta minuti e non solo: sempre contro la Samp, Benatia, resistendo al fallo avversario, manda incredibilmente la palla in rete, Strootman prima ancora di rendersi conto del vantaggio, è pronto a reclamare il rigore. Lo stesso atteggiamento lo ritroviamo qualche settimana dopo in De Sanctis: il portiere giallorosso dopo aver subito la carica, non si accorge che il gol neroazzurro è già stato annullato e viene ammonito per proteste.

Questo però non deve trasformarsi in mancanza di rispetto delle regole e Garcia lo sa molto bene: gli occhi più attenti avranno notato che nell’esultanza di Pjanic contro il Napoli c’è tanta felicità, ma quando in preda all’euforia il giocatore stava per togliersi la maglia, il grillo parlante è intervenuto e la casacca è tornata al suo posto. E’ soltanto una nostra interpretazione, ma ci è sembrato che quel gesto sarebbe potuto costargli caro e non parliamo solo del cartellino giallo…

Quindi se la curva sud è il dodicesimo giocatore in campo, il tutti per uno può essere definito il tredicesimo, e con due uomini in più non è poi così difficile vincere…

Umberto Ruggeri

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