Roma forza 10

Corriere dello Sport (R.Maida) – Come spesso capita, bisogna studiare la storia. Nella partita contro l’Udinese la Roma è andata in gol per la ventiseiesima volta consecutiva in campionato. Se segnerà anche a Milano domenica prossima, eguaglierà il suo record storico in Serie A. La premessa serve a spiegare che la vocazione offensiva di questa squadra, passando da Spalletti a Di Francesco, non si è affatto assopita. Ma quello che è successo nell’ultima settimana, ok diciamo otto giorni per essere precisi, aiuta a capire la differenza, il cambio di passo di un gruppo di lavoro che si è compattato attorno al proprio capo e ne sta valorizzando al meglio le direttive tecnico-tattiche. Tra il Verona e l’Udinese, passando per la trasferta infrasettimanale a Benevento, la Roma ha segnato 10 gol, che sarebbero stati addirittura 11 se Perotti ieri non avesse fallito il rigore che si era appena procurato. E lasciamo perdere la statistica dei pali, davvero impressionanti in questo inizio di stagione: con quello di Perotti sono già 7 in 5 partite, almeno quattro in più delle altre squadre di Serie A che, Sampdoria a parte, hanno giocato anche una giornata in più.

DA DUE A DIECI – Lo scatto tra le prime tre partite e le successive tre è impressionante, al di là della distanza tra gli avversari incontrati. Sarebbe assurdo non ponderare i numeri passando dall’Atletico Madrid al Benevento. Però, proprio dopo la lodevole e fortunata resistenza difensiva al debutto in Champions League, la Roma si è scrollata di dosso le paure. Se prima aveva prodotto solo due gol in tre partite, dopo ha accelerato fino a dieci spingendo improvvisamente la velocità media da 0,66 reti a partita a 3,33. Del recente filotto colpisce anche la mole di occasioni da gol prodotte: i 62 tiri in porta complessivi, quindi alla media di oltre 20 tentativi a partita, raccontano di una squadra intraprendente e di un «collettivo» (parola usata da Di Francesco) che si sta evolvendo velocemente, cancellando le perplessità che in molti avevano manifestato (non solo tra i tifosi) fino a dieci giorni fa. Tra Atalanta, Inter e Atletico i tiri erano stati 34. Ma il miglioramento è ancora più palpabile se consideriamo solo i tiri nello specchio: 25 nelle ultime tre, 5 nelle prime tre. Cinque volte più efficace, è diventata la Roma.

CARICA – Sull’argomento è tornato Radja Nainggolan, che ieri ha avuto il merito di vincere un tackle “uno contro tre” sul limite dell’area dell’Udinese prima di mandare in porta Dzeko. «Siamo stati criticati troppo presto – ha detto a fine gara – invece gli ultimi giorni hanno dimostrato che la squadra sta crescendo, che stiamo sviluppando un buon calcio. Dateci tempo e sono sicuro che ci divertiremo». Il suo tono è molto garbato. Però il contenuto lascia trasparire un pensiero diffuso a Trigoria, soprattutto tra i calciatori: chi non aveva fiducia nella Roma di Eusebio Di Francesco, mettendo in dubbio addirittura l’unità d’intenti tra squadra e allenatore, ha sbagliato di grosso la valutazione di partenza. «Dicevano che eravamo contro l’allenatore. Ma noi ci siamo da subito messi a disposizione per capire cosa chiedesse Di Francesco. E mi pare che i risultati, dopo un inizio di adattamento, si stiano vedendo. Non so dove potremo arrivare ma sono sicuro che ci toglieremo grandi soddisfazioni».

MODALITÀ – Contro l’Udinese la Roma ha segnato in tutti i modi: strappando una palla sporca a 18 metri dalla porta, con Nainggolan, seguendo la filosofia di Di Francesco che chiede ai giocatori di accerchiare il pallone con più giocatori possibile; costruendo con calma l’azione, utilizzando le fasce, come in occasione del 2-0; con una ripartenza intelligente, innescata e conclusa da El Shaarawy con l’ineliminabile contributo del danese Styger Larsen. Aspettando i prossimi test contro Milan e Napoli, che sveleranno con maggiore dovizia di particolari il livello raggiunto dalla Roma, Di Francesco può partire per Baku tranquillo: la squadra è finalmente pronta.

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