La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – E’ noto il concetto di José Mourinho: “A differenza delle altre grandi squadre, non abbiamo dei sostituti che siano al livello dei titolari”. Non è un mistero che i dati “storici” degli infortuni di cinque giocatori che, sulla carta, sono un valore aggiunto per i giallorossi, facevano pensare che i rischi non fossero banali.

Così, ad esempio, non è un caso che la Roma si sia presentata alla sfida contro l’Inter priva proprio dei giocatori spesso in bilico, cioè Smalling, Spinazzola, SanchesPellegrini Dybala. E allora come fare a non chiedersi: che cosa sarebbe successo – per quella partita e per la stagione – se lo Special One avesse avuto a disposizione tutti i suoi big?

Tra l’altro, le scommesse non sono state affatto a costo zero, visto che al netto pesano sulle casse del club per circa 22 milioni solo per questa stagione. Certo, i paletti posti al mercato dal “financial fair play” della Uefa hanno senz’altro limitato il raggio d’azione della dirigenza, ma d’altra parte quando si gioca d’azzardo, la possibilità di perdere deve essere sempre contemplata. Poi, se i cambi siano o meno al livello dei titolari, è questione affidata all’opinione del club e dei tifosi.

Di sicuro Mourinho, stante l’assenza di Kumbulla, avrebbe desiderato avere un altro centrale, ma nessuno poteva immaginare che Smalling, fresco di entusiastico rinnovo di contratto biennale, cominciasse male la stagione per poi sparire per tre mesi per un problema tendineo al ginocchio. D’altronde, un calciatore che domani compirà 34 anni, non sorprende che comunque fornisse una affidabilità non totale.