Roma all’ultima mossa: tutti in ritiro

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Il Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Il «si salvi chi può» della Roma parte da una decisione e da una speranza.

La decisione: dopo aver raccolto un punto in due partite di campionato (Bologna in trasferta, Atalanta in casa) ed essere stata umiliata in Champions League a Barcellona (1-6), la squadra andrà in ritiro. L’annuncio è arrivato tramite la radio ufficiale del club: da giovedì i giallorossi saranno a Trigoria per affrontare al meglio il doppio impegno contro Torino (sabato) e Bate Borisov (mercoledì 9). È saltato anche il giorno di riposo previsto per oggi, sostituito da una seduta di allenamento. Garcia è sempre stato contrario a ritiri e punizioni, è chiaro che la decisione viene dalla società. E se contro il Torino dovesse andare male si resterà in ritiro fino al Bate.

La speranza: Gervinho, che si è infortunato (coscia destra) il 17 novembre in Costa d’Avorio-Liberia, qualificazioni al Mondiale 2018, si è allenato in mattinata con un lavoro personalizzato ed è tornato a lavorare da solo anche nel pomeriggio per provare a velocizzare il suo rientro in campo. Difficile rivederlo a Torino, c’è qualche speranza per la gara di Champions League contro il Bate Borisov, la partita da 20 milioni di euro che può qualificare i giallorossi agli ottavi di finale di Champions League. Gervinho, che quest’estate era stato praticamente già venduto all’Al Jazira, ha segnato 6 gol in campionato e uno in Champions.

Sicuramente più lunghi i tempi di recupero per Mohamed Salah, messo k.o. da un fallaccio di Lulic (neppure ammonito) nel derby vinto 2-0 dalla Roma l’8 novembre, ultimo raggio di sole prima della bufera. Resta un mistero il rientro di Francesco Totti, assente dal 26 settembre (Roma-Carpi 5-1). Contro l’Atalanta – segnalata in un primo momento come possibile data per il rientro – Totti non era neppure in panchina.

Rudi Garcia ha tenuto un discorso alla squadra prima dell’allenamento. I toni del francese sono stati un po’ più accesi del solito. I «riportini» da Trigoria (copyright Luciano Spalletti) vanno dal semplice «Voglio una reazione: è in questi momenti di difficoltà che si vede un gruppo, ho fiducia in voi» a un più tirato «Dimostrate di essere uomini». In ogni caso Garcia si sente ancora pienamente al volante, non ha alcuna intenzione di fare passi indietro e batte sempre lo stesso tasto: la stagione è ancora lunga e la Roma è ancora in corsa per gli obiettivi di inizio stagione. Cioè: gli ottavi di finale in Champions e la qualificazione alla manifestazione più ricca e prestigiosa anche per la prossima stagione, che sarebbe la terza consecutiva.

La situazione all’interno dela Roma, al di là delle frasi fatte, è sotto gli occhi di tutti: Garcia e Sabatini viaggiano su due binari paralleli. L’allenatore è stato depotenziato alla fine della scorsa stagione, quando gli è stato scelto il preparatore atletico e non è stato invitato a Londra per il summit tra Pallotta, Baldissoni e Sabatini. Il contratto da 2,7 milioni netti a stagione fino al 2018 è rimasto l’unico motivo per continuare il viaggio insieme. Di fatto Garcia è diventato un «traghettatore» fino alla fine del campionato, o almeno così spera la dirigenza. Ai due lati ci sono le due situazioni estreme: la vittoria del campionato (ma allora potrebbe essere Garcia a cercare un’altra avventura) oppure l’esonero perché la squadra è andata in caduta libera.
Sullo sfondo Juve e Milan si propongono per il terzo posto. I bianconeri hanno recuperato alla Roma 8 punti nelle ultime 4 giornate e i rossoneri 3. La squadra di Mihajlovic, prima di arrivare all’Olimpico il 10 gennaio, incontrerà Carpi, Verona, Frosinone e Bologna. Cioè le ultime quattro in classifica.

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