Roma, 3 punti da inVARto

Il Tempo (T.Carmellini) – Una roba da non crederci. Eppoi dice che la gente muore di infarto allo stadio. Il calcio, questo è chiaro, ormai è un’altra cosa. Uno stadio intero, per non parlare delle migliaia di tifosi aggrappati alla tv, in silenzio assoluto aspettando le due decisioni dell’arbitro chiamato dal consulto della Var e che cambieranno la dinamica della serata. E vada per la prima che a metà partita discute di un rigore per i padroni di casa, ma i due minuti di Damato davanti al piccolo schermo che riflette sul fatto se sarà o meno gol la botta di pancia di Fazio al 50esimo della sfida col Cagliari, beh quelli sono durati una vita. Intera. Poi l’esplosione del popolo romanista che invece poco prima aveva dovuto ingoiare amaro per l’errore dal dischetto dell’infallibile Perotti. Arrivano in questo rocambolesco modo, a tempo abbondantemente scaduto, i tre punti che rimettono la Roma in corsa, le fanno potenzialmente superare l’Inter, ma che non nascondono tutti i problemi soprattutto realizzativi della squadra di Di Francesco. Già, perché nel pomeriggio Spalletti aveva perso la sua buona stella e rimediato un bella batosta dalla sua ex squadra: a San Siro finisce 3-1 per l’Udinese il primo anticipo della diciassettesima giornata di campionato. Stesso risultato poco dopo, stavolta a Torino, con il Napoli di Sarri che vince senza storia, scavalca l’ex tecnico giallorosso e si riprende la vetta del campionato.

All’Olimpico due indizi fanno una prova e stavolta la differenza la fa il non gioco del Cagliari arrivato nella Capitale per far barricate: dieci giocatori in difesa, tutti sempre dietro la palla, creano una palude di piedi e gambe attraverso la quale è difficile passare. Ma anche questo non può essere un alibi per una squadra che vuole lottare per la vetta ma che continua a fare un’enorme fatica a segnare. E non paga nemmeno la prima uscita dall’inizio dell’insolita coppia Schick-Dzeko, con il ceco costretto a giocare all’esterno e quindi di fatto inoffensivo e che anzi fatica a trovare i tempi giusti dell’esterno tanto in fase offensiva quando in quella difensiva. E quando si accentra sbatte contro il suo «gemello»: praticamente i due si giocano addosso. Esperimento fallito a parte (complice forse anche la giornata «no» di Dzeko), il resto è stata la solita Roma: tanto gioco e pochi gol. Soffre, sbatte sul muro sardo e alla fine vince ma che fatica.

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