Il Messaggero (R. Buffoni) – C’è stato un Francesco, ottavo Re di Roma, molto tempo prima di Totti. Anche lui con la maglia giallorossa sulle spalle e, al braccio, la fascia di capitano. Un Re con una corona di spine, quella di un ginocchio distrutto, inguaribile per i mezzi dell’epoca in cui regnava.
Quel Francesco è Rocca, il Kawasaki romanista anni 70, la risposta giallorossa a Chinaglia, vanto dei laziali. Quarant’anni fa, esattamente come oggi, il terzino di San Vito Romano giocava gli ultimi minuti della sua carriera in un Roma-International Porto Alegre, amichevole in onore di Paulo Roberto Falcao.
Anche in nazionale era diventato un punto fermo, e con la banda-Bearzot avrebbe probabilmente vinto il Mondiale di Spagna 82. Grazie Francesco, la scritta che apparve sui tabelloni del vecchio Olimpico, che si sciolse in lacrime mentre il numero 3 più amato faceva il suo ultimo, struggente, giro di campo.