Riunioni parallele e sotterfugi per aggirare vincoli urbanistici. Piani organizzati per bypassare le opposizioni, evitando voti sfavorevoli in Consiglio comunale e orientando la giunta per garantire un esito favorevole. E poi, gli escamotage per evitare che le storture nei progetti venissero a galla prima dell’approvazione definitiva. Erano gli escamotage usati dall’ex presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito, per ottenere senza intoppi il via libera ai lavori. Gli stessi per i quali avrebbe incassato le tangenti che l’hanno portato in carcere per corruzione. Ora, il rischio è che un trucco simile sia stato utilizzato, di nuovo, per favorire l’imprenditore Luca Parnasi nella realizzazione dello Stadio della Roma. È il nuovo fronte dell’inchiesta che vede indagata per abuso d’ufficio la sindaca Virginia Raggi, proprio per non avere sottoposto al vaglio del Consiglio comunale il verbale conclusivo della conferenza dei servizi, dove l’ultimo programma sullo Stadio avrebbe potuto trovare ostacoli. È dagli atti delle inchieste che hanno travolto De Vito e Parnasi, invece, che emergono tutti gli altri sotterfugi per riuscire a realizzare il masterplan milionario. Sono le intercettazioni a raccontare di come il progetto Tor di Valle sia stato sbloccato grazie ad accordi opachi e alle tangenti pagate dal costruttore.