la Repubblica Roma (P. Torri) – La ricreazione è finita. Un quarto di campionato è andato in archivio. I bilancio non è un inno al successo, quattro vittorie, due pareggi, tre sconfitte, una classifica che non è un viatico per una qualificazione Champions. Obiettivo dichiarato della terza (e ultima probabilmente) stagione dell’era mourinhana.
Un punto nelle prime tre partite per una media da retrocessione, tredici nelle successive sei per una media sufficiente per riascoltare la musichetta della Champions.

Per tornare al concetto di ricreazione, è stato ottenuto nella parte ascendente del girone d’andata dove sono state affrontate tutte le squadre di bassa classifica. L’unico scontro diretto (perso) con il Milan, poi Salernitana, Verona, Empoli, Genoa, Torino, Frosinone, Cagliari e Monza domenica scorsa. Periodo in cui sono maturati due colpevoli e clamorosi scivoloni (Verona e Genoa) che potrebbero avere un peso importante nel bilancio di una stagione fin qui non ancora sufficiente.

Ora serve un’altra Roma. È necessario fino ai confini dell’imprescindibile, un salto di qualità, legittimato da un allenatore che ha vinto ventisei trofei più uno, da una rosa che ha il terzo monte ingaggi del campionato, dalla spinta di una tifoseria da scudetto. Obiettivo recuperare i punti inaspettatamente persi nella prima parte della stagione.
Per continuare a scalare la classifica, avendo come obiettivo quello di tornare a vedere le prime quattro posizioni in classifica. Ridare un senso a una stagione che poteva e doveva cominciare meglio. Per abusare di un concetto or mai consolidato, adesso che il gioco si fa duro i duri devono cominciare a giocare. E la squadra di Mourinho dovrà farlo, nelle restanti dieci partite del girone d’andata, dovendo affrontare quasi tutta la parte sinistra della classifica: Inter, derby e Juventus in trasferta, Fiorentina, Napoli e Atalanta in casa, con l’aggiunta di Lecce e Udinese all’Olimpico e Sassuolo e Bologna in trasferta.

È un calendario che sarà reso ancora più faticoso e difficile anche dalle restanti quattro partite del girone di Europa League. Dove la qualificazione è stata in buona parte già garantita. Ma non quel primo posto che elimina un turno in quella road to Dublino che è un mantra dei tifosi sin dalla notte dello scempio di Taylor. Salute, qualità e velocità di manovra. Sono i tre elementi che la Roma dovrà possibilmente mettere in campo da Milano, casa Inter, sin da domenica prossima se vorrà mantenere in vita l’obiettivo Champions.