Repubblica.it – Zeman rilancia: “Terzo posto possibile”

Si va avanti con le mie idee“. La debacle casalinga con l’Udinese non sposta le convinzioni di Zdenek Zeman. Le voci di qualche crepa nel rapporto con il club iniziano a circolare inesorabili dopo la seconda sconfitta in casa, nuovamente in rimonta. E Parma sembra già un match da dentro o fuori. “Ma io credo ancora nel terzo posto“.

La Roma vista domenica notte sembra aver minato le certezze di tanti. Non del proprio allenatore, rimasto aggrappato a quei 20 minuti sfolgoranti, ma insufficienti a vincere la partita: “Le prestazioni, anche se non per 90 minuti, mi dimostrano che questa squadra quando vuole può giocare con tutti. Lo ha dimostrato sempre, tranne che a Torino contro la Juventus“. Eppure la critica si è abbattuta feroce sul gioco della Roma. Tanto da portare qualcuno a ipotizzare un compromesso tattico tra allenatore e giocatori. Idea che a Zeman piace poco: “Scendere a compromessi? Se le richieste sono ragionevoli e hanno un senso si può sempre parlare, ma io ho le mie convinzioni e cerco di difenderle e finché qualcuno non mi convince che sono sbagliate resto sulle mie idee. Io lavoro per la Roma, non contro la Roma“.

Roma che a Parma dovrá rinunciare a Tachtsidis squalificato, l’uomo cui il boemo ha affidato incondizionatamente le chiavi della squadra, traslocando addirittura De Rossi. Neanche al Tardini, peró, il regista della nazionale tornerà nel ruolo che più sente suo: “Le scelta non le ho ancora fatte– sbuffa l’allenatore – ma Bradley è più abituato a giocare in quella posizione. De Rossi è qui da 10 anni e per 8 il regista è stato Pizarro, lui era intermedio destro. Lo scorso anno? Spesso ha fatto il difensore centrale”. Una doppia versione che però trova pochi ganci con la realtá storica. E nel mirino del tecnico finisce anche Mattia Destro: “Resta un giocatore importante, ma si gioca in 11 e in questo momento vedo meglio Osvaldo, Totti e Lamela“.

In fondo, difficile essere delusi dal secondo attacco del campionato. Opinioni differenti invece sul rendimento dei difensori: “Vedo una linea di 4 giocatori che non sono ancora un gruppo di difensori che lavorano insieme“. In qualche forma, la responsabilitá dell’ennesima rimonta subita è soprattutto loro: “Paghiamo la mancanza di continuità. Certo che ho responsabilità, sono l’allenatore. Ma vedo soprattutto errori dei singoli. Serve concentrazione per 90 minuti. I cali sono evidenti, ma io in panchina posso fischiare quanto mi pare…“. Un modo per rigettare colpe. Che qualcuno ascrive a giocatori svogliati e molli. Non Zeman: “Io non la vedo così. Paghiamo errori di distrazione, purtroppo“. E un gruppo non ancora coeso: “ci sono tanti stranieri nuovi, non è facile capire subito come funziona. Avranno bisogno di tempo”. In caso di un nuovo passo falso, non ne resterebbe moltissimo.

Repubblica.it – Matteo Pinci

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