La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Ci sono parole che fanno la storia. Le 151 del comunicato congiunto che il Comune di Roma e l’AS Roma hanno partorito insieme avevano il passo lungo di chi entra nel futuro. L’ufficializzazione dell’area di Pietralata come quella che ospiterà il nuovo stadio della Roma è stata in qualche modo emozionante. Nel giorno in cui il club metteva a disposizione dei visitatori del museo dell’Olimpico la coppa della Conference League, tutto è parso quasi un passaggio di consegne tra la vecchia casa giallorossa e la dimora che prenderà il suo posto nel 2026. Quanto basta per ipotizzare come l’anno successivo, quando il club festeggerà il centenario, l’impianto da circa 65.000 mila posti possa rappresentare quasi il dono della famiglia Friedkin alla città, con un investimento intorno ai 450-500 milioni.
In linea d’aria l’area prescelta (pubblica) dista dal Campidoglio appena 7 km, contro i 12 di Tor di Valle, ma è proprio la presenza di infrastrutture già esistenti a farla scegliere, dopo aver accarezzato l’idea della ristrutturazione del Flaminio o della rotta sul quartiere Ostiense. La mobilità pubblica sarà garantita da due fermate della metro molto vicine (Monti Tiburtini e Quintiliani) e due poco distanti (Pietralata e Tiburtina), ma anche dalla stazione Tiburtina. Lo snodo ferroviario assicura sia i collegamenti regionali che quelli con l’alta velocità, oltre che con l’aeroporto di Fiumicino. I Friedkin non hanno mai avuto intenzione di costruire un business park destinato agli affari, ma nella zona, oltre a due ponti ciclopedonali, saranno previsti negozi e aree verdi, tutto all’insegna della sostenibilità ecologica.