Pjanic e la Roma giocano a scacchi

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Il Corriere dello Sport (R.Maida) – La Roma e Pjanic si parlano. Bella scoperta, si potrebbe obiettare: perché non dovrebbero? Il fatto è che si parlano di un argomento specifico, il futuro, senza escludere alcuno scenario. Partita a scacchi, partita aperta. L’addio a oggi è una possibilità, nient’affatto una certezza. Pjanic, che pure è amico fraterno di Benatia, non intende alzare la voce per reclamare una pretesa, che nella fattispecie potrebbe essere un rinnovo contrattuale. Benatia provocò rumore pubblico, Pjanic invece preferisce usare la diplomazia attraverso le relazioni stabilite dal procuratore, che si chiama Becker come Alisson, e dal padre Fahrudin. Tutto quello che lo riguarda passa dalle loro voci.

SONDAGGI – Nei giorni scorsi c’è stato un contatto tra l’entourage di Pjanic e la società. La Roma sa benissimo che per sconquassare il malumore del giocatore può essere sufficiente un aumento di stipendio e un prolungamento (contratto attuale: 2018) che ne confermerebbe la longevità romanista: dopo Totti, De Rossi e Lobont è il giocatore che da più tempo frequenta Trigoria ed è l’unico acquisto della prima Roma americana ad avere ancora un armadio nello spogliatoio di Trigoria. Anche a Pjanic, a determinate condizioni economiche, piacerebbe trattenersi alla Roma. Lo ha detto Spalletti in conferenza stampa e bisogna credergli. Ma sempre Spalletti, pochi giorni fa, ha ammesso di non essere sicuro della conferma di Pjanic. E allora, tutto è in discussione e dipenderà essenzialmente dal mercato.

IMPASSE – Per il momento la Roma non si vuole impegnare con Pjanic, perché deve incamerare quattrini nel rispetto dei parametri del fair play finanziario. Soltanto dopo il 30 giugno, una volta sondate le offerte, potrà decidere di investire sulla risorsa bosniaca. Il problema però è che potrebbe essere troppo tardi perché Pjanic, come tutti sanno, ha una clausola rescissoria che gli permetterebbe di salutare la Roma in cambio di 38 milioni. Questa è anche la ragione per la quale Sabatini vuole capire, ricevere aggiornamenti continui: un’offerta così corposa è mai arrivata? Il direttore sportivo, che da oggi torna al lavoro, non vuole ritrovarsi ad agosto, magari a ridosso del playoff di Champions, a rinunciare a un giocatore così importante dopo aver sacrificato già una pedina (Manolas o Rüdiger, ad esempio) per questioni di bilancio.

OPZIONI – Che Pjanic piaccia a quasi tutti i principali club d’Europa, dal Bayern all’Atletico Madrid, dal Psg al Barcellona, senza contare la Juventus (ieri si è espresso sull’argomento Marotta), è acclarato. Non è però scontato che una delle suddette società sia disposta a investire 38 milioni. Quindi il lavoro di intelligence di Sabatini viaggia su piani diversi: da un lato mira a intercettare le reali ambizioni di Pjanic, dall’altro ad annusare le proposte concrete che possono trasformarsi in realtà.

ATTESA – Dall’altra parte c’è il professionista, che si appresta a sfidare la Spagna in amichevole con la sua Bosnia (domenica) e vive il momento con la serenità di chi non ha niente da perdere. Se parte, lo fa per stare meglio. Se rimane, è perché gli va bene così. Non è nel suo interesse (e nemmeno nel suo carattere) esprimere in maniera decisa e definitiva una rottura con la Roma. Per ora Pjanic preferisce mandare messaggi criptati, come i tanti «vediamo» pronunciati la settimana scorsa durante la tournée negli Emirati Arabi che sono una maniera per tastare il terreno. La verità è che Pjanic sta aspettando di sapere chi lo vuole di più. Chi lo vuole davvero. Senza priorità. Qui sì, a differenza che per Totti, è un’ordinaria questione di soldi. E non sarebbe giusto pretendere il contrario.

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